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Covid: ben 45mila operatori sanitari risultano non vaccinati. Sospensioni in arrivo dalle Asl

Nell’ambito della campagna vaccinale, alla quale gli italiani hanno risposto abbastanza ‘massicciamente’, c’è però una ‘lacuna’ che in tal senso ci lascia abbastanza increduli: a due mesi di distanza dal decreto che, ’per loro’,  ha reso obbligatorio il vaccino anti-Covid, si scopre che tra i professionisti della Sanità, all’appello ne mancano addirittura ‘migliaia’. Una situazione che ha indotto diverse Asl del Paese ad emanare le prime sospensioni.

Così, mentre in queste stesse ore Ordini professionali, ospedali ed  Rsa continuano a risalire ai nominativi di medici ed infermieri non ancora vaccinati, ma impegnati nelle varie strutture sanitarie, la struttura del Commissario per l’emergenza Covid-19, ha reso noto stamane che ben 45.753 mila operatori sanitari sono ancora “in attesa di prima dose o dose unica di vaccino”. Per carità parliamo del 2,3% rispetto al 1,9 mln di operatori sanitari quotidianamente impegnati in Italia, ma è comunque un fatto.

Sanitari non vaccinati: l’Emilia Romagna vanta l’8% del totale dei sanitari non immunizzati

Entrando nello specifico delle regioni maggiormente toccate da questo fenomeno, l’Emilia Romagna (che vanta l’8% del numero totale dei non vaccinati). Quindi la Sicilia, dove medici ed infermieri  non vaccinati sono  ad oggi 9.214 (6,5%), seguita dalla Puglia con 9mila non immunizzati (il 6,5%). Tuttavia, è proprio qui che si evidenzia il numero più alto, dei ‘furbetti’ stanati dunque se non altro l’impegno per migliorare c’è. 

Sanitari non vaccinati: “E’ possibile che alcuni colleghi non possano fare il vaccino per motivi di salute”

Come spiega il presidente dell’Ordine degli infermieri della provincia di Bologna, Pietro Giurdanella, “Dobbiamo fare una riflessione, dai dati delle tabelle dell’ultimo report ci sono alcune Regioni che hanno zero nella tabella degli operatori sanitari non vaccinati, mi pare davvero strano. Poi voglio dire  prosegue il ‘tecnico –  che è possibile che alcuni colleghi non possano fare il vaccino anti-Covid per motivi di salute, immunodepressi o pazienti ematologici. In questi mesi al nostro Ordine sono arrivate diverse segnalazioni di infermieri, liberi professionisti, che hanno avuto difficoltà a vaccinarsi, ad esempio chi lavora per l’Inps. Detto questo noi abbiamo sempre detto, senza se e senza ma, che il vaccino va fatto. Indipendentemente dalla legge sull’obbligo, c’è una deontologia che va rispettata. Al momento – rimarca – ancora non ci sono arrivate segnalazioni dalle Asl, ma credo che arriveranno a breve e siamo pronti ad intervenire“.

Sanitari non vaccinati: “Per chi è dipendente del Ssn, è inaccettabile non vaccinarsi”

Secondo Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao-Assomed, “in Italia i medici non vaccinati sono davvero pochissimi. E’ possibile  che qualcuno abbia aspettato fino all’ultimo per vedere se da parte delle direzioni degli ospedali o delle Asl si sarebbe proceduto alla segnalazione. Ma credo, parlo per i medici, che tutti abbiano un’idea ben precisa su cosa vuole dire vaccinarsi contro il coronavirus. Quando lo scorso anno qualcuno diceva che la percentuale dei medici ‘no-vax’ poteva arrivare anche al 20%, io ho sempre detto che non era possibile. Ed è stato cosi: chi è stato in prima linea e ha visto in faccia il virus e la malattia ha pochi dubbi, se non nessuno. Per chi è dipendente del Ssn, è inaccettabile non vaccinarsi e su questo siamo sempre stati chiari“.

Sanitari non vaccinati: “Mettono a repentaglio la ripresa delle visite e degli interventi”

Inoltre, prosegue ancora il sindacalista, “La questione sicurezza nei confronti dei cittadini è fondamentale, soprattutto oggi che gli ospedali devono tornare a essere pienamente operativi. Dobbiamo ricordarci che abbiamo un’altra epidemia da affrontare ed è quella dei malati non Covid. Per tutto il 2020 abbiamo avuto un eccesso di mortalità pari a 112mila decessi; di questi il 75% è legato al Covid, ma il 25% è frutto del mancato o ridotto accesso alle cure per l’emergenza. Se gli operatori sanitari non si vaccinano – conclude Palermo – mettono a repentaglio la ripresa delle visite e degli interventi, perché la legge prevede che chi non è immunizzato può essere spostato ad altro incarico non a contatto con il pubblico o di finire sospeso a casa“.

Sanitari non vaccinati, Burioni: “Bisognerebbe guidarli verso un lavoro differente”

A tal proposito, ‘scandalizzato da questo ‘handicap’ – relativo in primis anche alla sicurezza dei pazienti, il virologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Roberto Buriorioni, che ha replicato: “Forse bisognerebbe guidare tutti questi sanitari verso un lavoro differente, più adatto a loro. Quando invoco misure severe contro i non vaccinati (per scelta) vengo attaccato violentemente da persone di estrema destra. Mi stupisco perché il primo vaccino ‘moderno’ fu reso obbligatorio in Italia nel 1939 (difterite)“.

Max