“Il dato che dobbiamo guardare non è tanto la percentuale di positivi, quanto qual è il carico degli ospedali e ormai sono 3 settimane che si stanno scaricando”. Lo dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, commentando gli ultimi dati di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute sull’andamento di Covid-19.
“Nell’ultima settimana – sottolinea Bassetti – se si guarda la curva delle persone in ospedale, è una discesa molto ripida: ogni giorno abbiamo 70-80 malati in meno in terapia intensiva, tra il 10 e il 12% in una settimana di presenze in meno, e lo stesso possiamo dire della media intensità quindi vuol dire che gli ospedali progressivamente si svuotano e non si stanno ri-riempiendo con i nuovi contagi”.
I nuovi contagi ci sono ma – evidenzia l’infettivologo – vuol dire che sta iniziando a funzionare la vaccinazione: si abbassa l’età dei contagiati e quindi, se su 100 ottantenni ne andavano in ospedale 20, su 100 cinquantenni ne va in ospedale uno. Ci saranno ancora dei ricoveri e continueremo ad averne per tutta l’estate, ma questo – conclude Bassetti – fa parte della convivenza col virus. Ricordiamoci che tutte queste misure non le abbiamo prese per evitare il contagio nella popolazione, ma per evitare che gli ospedali collassassero”.
Somministrare la seconda dose dei vaccini anti-Covid a mRna Pfizer e Moderna a distanza di 42 giorni, spiega all’Adnkronos, “mi pare una misura di buon senso. Tutti i dati ci dicono che già dopo 3 settimane dalla prima dose c’è già un grado di immunità adeguato, quindi fondamentalmente la seconda dose serve solo per mantenere l’immunità più duratura. Io sarei abbastanza tranquillo”. “Nello stesso periodo – conclude Bassetti – noi vacciniamo il doppio delle persone. Se prima ne avevi vaccinate un milione in quei 21 giorni, adesso nei 42 giorni ne vaccini 2 milioni”.
‘Vaccino, se lo conosci lo eviti!’. E’ il titolo del manifesto che “è stato appeso questa mattina sui muri di alcuni quartieri della città di Genova” denuncia, poi, Bassetti con un post su Facebook. “Io trovo tutto questo gravissimo, mentre si sta svolgendo la più grossa campagna vaccinale della storia”, scrive pubblicando anche la foto del volantino l’esperto, che aggiunge: “La cosa più grave è che è firmato da un gruppo di persone che si definiscono ‘Comitato medici riuniti per la libertà e la salute'”.
“Vedere la firma su quel manifesto di alcuni medici, che sostengono posizioni totalmente anti-scientifiche, deve far riflettere tutti noi, ma soprattutto le istituzioni, che devono prendere posizioni chiare e nette contro costoro”. A prendere posizione comincia proprio Bassetti: “In questo foglio – accusa – troviamo la sintesi di tutte le più grosse stupidaggini dette e circolate fino ad oggi sui vaccini per il Covid, oltre ad altre affermazioni sull’inutilità delle mascherine. Date le evidenze scientifiche e mediche, nonché la convenienza sociale ed economica, sembra paradossale che la pratica vaccinale incontri ancora tante resistenze”.
E “vista la pervasività della cultura no-vax e i mezzi anche impropri attraverso cui essa si diffonde (come quello di appendere manifesti per strada) è necessario un forte impegno sul campo della classe medica non solo episodico, ma organico e capillare, per consolidare la cultura della eccezionale validità sanitaria dei vaccini”, aggiunge.
Non è la prima volta che Bassetti tuona contro i no-vax, cosa che ha attirato su di lui anche attacchi via social. “Dobbiamo ammettere – analizza – che la consapevolezza scientifica nella società italiana sia minore di quella presente nel resto d’Europa. Sorprendentemente, questo avviene a dispetto dei tanti meriti della scienza e della medicina italiana, che hanno grandemente contribuito al miglioramento della qualità ed estensione della vita. Nei Paesi del Centro e Nord Europa e di quelli di lingua anglosassone il senso dello Stato e i doveri derivanti dall’appartenenza alla società civile sono un aspetto fondante della convivenza. Solo con un maggior senso dell’appartenenza alla società civile potremmo migliorare anche l’adesione alla vaccinazione”.
Uno dei problemi che con allarmante urgenza stanno emergendo rispetto alla scienza, e in particolare alla medicina”, prosegue l’infettivologo, “è il progressivo attenuarsi del principio dell’autorevolezza scientifica e professionale. Il progressivo sgretolamento delle basi culturali, una volta fornite dalla scuola, spinge molti a ritenere che un’infarinatura scientifica raffazzonata sui vari siti Internet o sui blog possa sostituire un lungo, faticoso percorso di studio”.
“Troppe persone – conclude – ormai ritengono di poter dissertare su tutto e di tutto, e che il loro parere valga quanto quello di provati esperti della materia. La nostra società si sta evolvendo verso un mondo in cui informazioni di incerta origine e attendibilità, reperibili in rete, sostituiscono le fonti scientifiche canoniche e le competenze professionali. Nel campo sanitario, questo porta al diffondersi di una sconclusionata ‘automedicazione’, pronta a discutere, contraddire e sconfessare l’operato del medico”.