Le contestazioni sulla legittimità dei Dpcm dibattute dai costituzionalisti dalla dichiarazione dello stato d’emergenza non riguardano la sentenza numero 198-2021 della Corte costituzionale, decisa lo scorso 23 settembre, le cui motivazioni sono state depositate oggi.
“Le contestazioni si riferivano al periodo in cui i Dpcm non avevano una copertura legislativa o non ne avevano una sufficiente”, commenta all’Adnkronos il presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre, in prima linea sulle dichiarazioni di incostituzionalità dei primi Dpcm del Conte bis. “Il decreto legge numero 19 del 2020, entrato in vigore il 26 marzo 2020 ha rimesso sulla giusta via la base legale dei Dpcm. La sentenza della Corte – conclude il Costituzionalista – si riferisce ad un caso del periodo successivo, aprile 2020”.
Si legge nella sentenza al punto 4: “…la violazione di che trattasi è stata commessa – sempre per indicazione dell’ordinanza di rimessione – il 20 aprile 2020, e a tale data il Dpcm 22 marzo 2020 non aveva più efficacia, avendola perduta in data 14 aprile 2020, a norma dell’art. 8, commi 1 e 2, del Dpcm 10 aprile 2020, attuativo del d.l. n. 19 del 2020…””a fattispecie oggetto del giudizio a quo non è quindi in alcun modo interessata dalle disposizioni del d.l. n. 6 del 2020, poiché verificatasi in un momento nel quale esse erano già state abrogate dal d.l. n. 19 del 2020 e, in attuazione di quest’ultimo, era già stato emanato un Dpcm sostitutivo…”.
(di Roberta Lanzara)