Quasi due italiani su tre sarebbero favorevoli al vaccino anti-Covid obbligatorio per gli adulti. Tuttavia non mancano i timori per la terza dose e sul vaccino ai più giovani: sono meno della metà i genitori con figli under 12 propensi a vaccinarli e il 23% dichiara che non intende farlo. Sul fronte del Green pass, solo 10 italiani su 100 non ce l’hanno e più della metà di chi lo ha dice che lo fa sentire più sicuro nei luoghi pubblici. Questi, in sintesi, i dati di un’indagine di Altroconsumo su più di mille italiani tra i 18 e i 74 anni.
Secondo la ricerca, l’attitudine verso la vaccinazione è positiva nella grande maggioranza di chi risponde, ma emerge una forte polarizzazione, soprattutto tra chi non è vaccinato e non intende farlo. Al 15 novembre, l’82% di chi ha risposto all’indagine era vaccinato con ciclo completo; solo il 2%, però, ha fatto anche la terza dose. Il 6% ha fatto solo la prima dose, mentre il 12% non si è vaccinato (l’11% non si è vaccinato proprio e meno dell’1% si è prenotato). Tra chi è vaccinato è più alto il livello di istruzione e migliore la situazione economica rispetto a chi non lo è.
Frenano le difficoltà di accesso al vaccino. Tra coloro che sono vaccinati o che hanno prenotato l’appuntamento, il 23% ha riscontrato almeno un problema: si tratta di difficoltà pratiche, come quelle legate alla prenotazione, alla lontananza dall’hub vaccinale o all’impossibilità di perdere giornate di lavoro. Il dato sulle donne in gravidanza, invece, riguarda cittadine di Belgio, Italia, Portogallo e Spagna, i quattro Paesi dell’organizzazione Euroconsumers in cui è stata condotta l’indagine. In una notevole percentuale dei casi è stato suggerito dal medico di aspettare la fine della gravidanza per vaccinarsi. Un’indicazione non supportata dall’evidenza scientifica. Al contrario, il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione anti-Covid al secondo e terzo trimestre di gravidanza e nelle donne che allattano.
Sono stati indagati i motivi di chi non si è vaccinato, evidenziando che: più di uno su due non ritiene i vaccini sicuri (51%); quasi 4 su 10 non li ritiene efficaci (38%) e, in questo caso, pesa probabilmente la scarsa chiarezza sull’obiettivo del vaccino, che non è quello di non ammalarsi, ma quello di non finire in ospedale con una forma grave di Covid; il 22% giustifica il proprio diniego con il fatto di non appartenere a una categoria a rischio, e in questo caso sfugge il valore sociale della vaccinazione, non solo per rallentare la circolazione del virus, ma anche per prevenire il sovraccarico dei servizi sanitari pubblici; il 45% non crede nella buona fede di chi lavora per approvare i vaccini, e il 45% crede che ci siano degli interessi politici ed economici nascosti.
Per quanto riguarda l’ultimo punto, è stato chiesto agli intervistati la loro opinione sulle modalità di approvazione dei vaccini e sul comportamento dell’Unione europea: solo il 20% di chi risponde ritiene che il processo di acquisto dei vaccini sia stato ben gestito dall’Unione europea, mentre il 43% ritiene che l’Ue non l’abbia ben gestito; il 54% avrebbe voluto maggiore trasparenza nelle negoziazioni; meno del 30% ritiene che l’Ue sia stata utile nell’ottenere un accordo migliore di quello che avrebbero ottenuto i singoli Stati; più del 30% è convinto che l’Italia avrebbe fatto altrettanto bene o meglio dell’Ue; più di un quarto delle persone ritiene che l’Ue abbia fatto più l’interesse delle case farmaceutiche che dei cittadini, mentre un terzo è in disaccordo con questa affermazione.
In merito al Green pass, quasi 9 italiani su 10 ne sono in possesso. Ma pochi fino a questo momento sono i controlli: il 58% del campione ha ammesso di non essere stato controllato almeno una volta in luoghi dove il Green pass era necessario. Ma quali sono le opinioni su certificato verde? Oltre la metà (53%) si sente più sicuro da quando il Green pass è stato introdotto per andare nei luoghi pubblici; solo il 43% si sente più sicuro da quando il Green pass è stato introdotto per andare sul posto di lavoro; il 33% non si sente più sicuro, e il 20% è incerto. Il 48% crede che sia una misura efficace per evitare la diffusione del contagio; il 30% ritiene che non lo sia, e il 18% circa è incerto al riguardo.
Relativamente all’obbligo vaccinale, nel dettaglio, il 65% è favorevole per tutti gli adulti, mentre solo il 42% è d’accordo ad estendere l’obbligo ai ragazzi di 12-17 anni e solo il 31% ad obbligare i minori di 12 anni. Tuttavia un italiano su due ha qualche timore sulla terza dose, e più della metà pensa che l’andamento dell’epidemia lo costringerà nel futuro a doversi vaccinare ogni anno. Inoltre tre italiani su 5 sono preoccupati della vaccinazione eterologa, cioè del fatto di dover fare i richiami con vaccini diversi. Tre intervistati su 5 sono dunque preoccupati per la vaccinazione dei bambini sotto i 12 anni. A questo riguardo, meno del 50% dei genitori con figli under 12 è propenso a vaccinarli contro il Covid una volta che il vaccino sarà per loro disponibile, mentre un 30% è ancora indeciso e il 23% non è propenso a vaccinarli.
“I dati ci dicono che due consumatori su tre in Europa sono favorevoli alla vaccinazione obbligatoria degli adulti. Lo siamo pertanto anche noi”, dichiara Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo. “La ragione – continua – è molto semplice: solo il vaccino può portare alla definitiva sconfitta del virus che da oltre un anno affligge le nostre vite ed economie. Vanno rispettati i timori dei singoli, laddove ancora presenti. Noi per primi li abbiamo indagati proprio per favorire risposte efficaci da chi deve darle, Governo e istituzioni sanitarie in primis. Ma in questa fase storica, con i contagi in rialzo e nuove varianti che rischiano di vanificare gli sforzi fatti sin qui dai cittadini italiani ed europei, vanno assunte decisioni coraggiose che privilegino l’interesse collettivo”.
“Tra queste – puntualizza Cavallo – la vaccinazione obbligatoria degli adulti. Solo con la diffusa assunzione di responsabilità da parte di tutti, che la grande maggioranza delle persone ormai condivide, si potrà proteggere la salute della popolazione, a partire dalle fasce più deboli o di coloro che, per particolari patologie, non possono vaccinarsi. Pensando innanzitutto a loro e raccogliendo la voce di una maggioranza forse meno ‘rumorosa’ e pertanto spesso inascoltata di persone, come Altroconsumo crediamo si debba procedere senza indugio su questa strada difficile, ma necessaria. La salute pubblica e la piena sicurezza sanitaria sono infatti i prerequisiti fondamentali per la ripresa economica, essenziale di fronte alla crescita di prezzi e inflazione che i consumatori stanno affrontando. Soprattutto, sono il fattore indispensabile per tornare finalmente a dare alle persone una realistica e stabile speranza per un futuro più sereno”.