Ora come ora l’unica speranza di poter in qualche modo eludere le – tavolta – terribili complicazioni legate al contagio del coronavirus, sono indubbiamente i vaccini.
Tuttavia, grazie alla caparbietà ed alla preparazione degli scienziati, già da diversi mesi si sta lavorando per individuare cure e trattamenti in caso di contagio. Studi sempre più incoraggianti che, anticorpi monoclonali in testa, sembrano promettere risultati sorprendenti.
E’ il caso di una terapia – giunta alla fase 3 Blaze-1 – appena comunicata dalla ‘Eli Lilly and Company’ (con sede a Latina) che, attraverso l’impiego di specifici anticorpi neutralizzanti, è riuscita a ridurre il rischio di ricovero e morte, addirittura del 70%.
In particolare, come dicevamo la combinazione fra il Bamlanivimab (LY-CoV555), e l’etesevimab (LY-CoV016), sono stati impiegati su testati 1.035 pazienti definiti ad alto rischio, ai quali era stato appena diagnosticato il coraggio da Covid-19. Ebbene, tra di loro gli eventi negativi come i ricoveri ed i decessi sono stati appena 11 (dunque il 2,1%), contro i 36 (7,0%), fra quelli trattati invece con una terapia placebo. Nello specifico, tra questi ultimi i decessi sono stati 10. Come si legge nelle note che accompagnano questi incoraggianti risultati, si nota anche “una forte evidenza che la terapia ha ridotto la carica virale e accelerato la risoluzione dei sintomi”.
Come ha spiegato il direttore scientifico di Lilly e presidente dei Lilly Research Laboratories, Daniel Skovronsky, “Questi risultati entusiasmanti, che replicano i dati positivi di fase 2, aggiungono un’importante evidenza clinica sul ruolo che gli anticorpi neutralizzanti possono svolgere nella lotta contro questa pandemia. Mentre la natura preliminare dei risultati di fase 2 sugli anticorpi monoclonali neutralizzanti per Covid-19 poteva determinare un’accettazione limitata del trattamento, questi dati di fase 3 rafforzano ulteriormente le prove disponibili”.
Dunque, rassicura ancora Skovronsky, “Lilly è in attesa di ricevere l’autorizzazione dell’uso di emergenza della Fda per questa terapia potenzialmente salvavita“. Tra l’altro, come rimarca il direttore scientifico, il bamlanivimab, “è autorizzato per l’uso di emergenza come trattamento per i pazienti ad alto rischio, con Covid-19 da lieve a moderato, negli Stati Uniti e in altri Paesi nel mondo”.
Una notizia che ha subito suscitato grande ottimismo negli ambienti della ricerca ed in quelli sanitari. Particolarmente entusiasta il noto virologo dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Roberto Burioni, che ha subito commentato: ”Ottime, ottime, ottime notizie. Il cocktail di anticorpi monoclonali umani della Eli Lilly (peraltro prodotti in Italia, a Latina!) riduce il rischio di ospedalizzazione e di morte del 70%. Da notare, nessun morto tra i pazienti trattati”. Quindi, dalla sua pagina social, Burioni ha esortato: “Adesso muoviamoci…”.
Max