“Siamo di fronte ad un’emergenza che non ha precedenti recenti in Italia, con il rischio che l’emergenza sanitaria possa trasformarsi anche in emergenza sociale. E a fare le spese maggiori dell’emergenza sociale rischiano di essere proprio gli adolescenti, per i quali la socialità è l’essenza della vita. Ma i giovani si stanno dimostrando molto più maturi e ragionevoli di quanto, con troppa superficialità, vengono iconograficamente descritti. Lo conferma la collaborazione che ci stanno dando in questa occasione, per la raccolta di dati che sono preziosissimi per chi, come Laboratorio Adolescenza e il nostro partner Istituto di Ricerca Iard, si occupano di ricerca sociale”.
E’ quanto afferma il presidente di Laboratorio Adolescenza, Maurizio Tucci, illustrando gli esiti di un’interessante indagine rivolta ai nostri giovani sul come vivono l’emergenza coronavirus.
Ebbene, diversamente da come potrebbe sembrare, in realtà le nuove generazioni mostrano grande responsabilità nell’affrontare l’emergenza in atto. Tanto è che ben l’86% di loro condivide e segue scrupolosamente le indicazioni del governo. Il 47% lo fa in modo maniacale mentre, ‘appena’ il 3% (ma sono comunque numerosi), ha riconosciuto di non aver prestato nessuna attenzione alle principali norme igieniche imposte. Tuttavia, rivela ancora lo studio condotto da Laboratorio Adolescenza su un campione di 2.200 teenager, il
Vediamo le reazioni dei giovani nello specifico
Leggendo i questionari si evince che il 50% degli adolescenti intervistati, si professa ‘abbastanza preoccupato’ dal Covid19. Ne è invece molto preoccupato il 13% (abruzzesi in testa) mentre, il 35% quasi per niente. La cosa curiosa riferibile al 52% degli intervistati, è che pensano che i genitori siano notevolmente molto più in pensiero rispetto a loro.
Sull’informazione ed i media, il 43% ritiene che quanto riportato da giornali è affidabile, anche a tratti un po’ troppo allarmistico.
Infine, qui siamo tra le ‘quote rosa’, il 76% di loro ritiene che quest’emergenza di protrarrà per mesi, ma il 22% si aggrappa all’ottimismo ritenendola ‘risolvibile’ in poche settimane.
Un’indagine statisticamente non rappresentativa
L’ordinario di Sociologia all’Università di Trento (e direttore scientifico dell’area ricerca di Laboratorio Adolescenza), nonché membro del comitato scientifico di Istituto Iard, Carlo Buzzi, spiega invece che “Dal punto di vista metodologico, il questionario è stato veicolato attraverso un link diffuso spontaneamente da chat e da gruppi informali giovanili. Essendo le risposte indotte da processi autoselettivi, l’indagine non può essere considerata rappresentativa dal punto di vista strettamente statistico. Le ragazze sono quasi il doppio dei maschi, e i giovani lombardi sono nettamente prevalenti. Tuttavia i risultati, considerando anche il numero dei rispondenti in continua crescita, misurano certamente delle tendenze, fornendo importanti indicazioni su come il fenomeno del coronovirus sia vissuto dai giovani in età adolescenziale (il 93% delle risposte provengono da giovani con meno di 20 anni)“.
Max