“Le misure introdotte con il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio sono sproporzionate rispetto all’attuale situazione sanitaria ma soprattutto nocive: anziché salvaguardarla, rischiano di danneggiare la salute dei cittadini e soprattutto creano da subito pesanti danni all’economia nazionale con ripercussioni inevitabili anche per la spesa pubblica”.
Con queste motivazioni Mariano Amici, medico di base presso l’Asl Roma 6 e già autore del ricorso che nel Lazio ha recentemente annullato l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale introdotto dalla Regione, ha presentato ricorso al Tar contro l’ultimo DPCM che ha introdotto in tutta Italia nuove restrizioni per cittadini e imprese: nel documento il professionista, citando le statistiche ufficiali e un’ampia documentazione scientifica, spiega come “la portata dell’emergenza sanitaria sia stata ampiamente sovrastimata, o comunque non correttamente valutata, perché basata su dati inattendibili e non verificati” e come i provvedimenti in vigore “non siano scientificamente giustificati”.
Nel ricorso contro il DPCM il medico – perizie alla mano – evidenzia come i dati relativi ai contagiati e alle vittime non siano attendibili perché i tamponi utilizzati sono “scientificamente non affidabili e non diagnostici” e come, inoltre, le statistiche siano di fatto viziate da “errate modalità di refertazione introdotte con un’apposita circolare amministrativa” che ha portato a sovrastimare il quadro sanitario nazionale:
“Fermo restando che è innegabile che esista il Covid – dichiara il dottor Mariano Amici – l’odierna normativa emergenziale, così come la stessa dichiarazione dello stato di emergenza, si fondano su statistiche errate che stanno aumentando la percezione di gravità di una malattia che, nella realtà, è pari a molte altre malattie già esistenti o esistite per cui non sono state messe in campo le misure emergenziali oggi azionate: prima di adottare le misure introdotte, al contrario, il Governo dovrebbe verificare e analizzare nel dettaglio ogni diagnosi, verificando la reale incidenza del virus sulle condizioni di salute degli ammalati e dei deceduti”.
Per il medico autore del ricorso al Tar, dunque, oltre a non essere giustificate le misure introdotte dall’ultimo DPCM sono addirittura potenzialmente nocive per la salute pubblica e sicuramente dannose per l’economia: “Questi provvedimenti – continua il dottor Mariano Amici – stanno danneggiando irrimediabilmente la vita di relazione di tutti i cittadini, la salute degli stessi in ragione delle evidenti ripercussioni di natura personale e psicologica e senza dimenticare che lo stesso CTS ha recentemente ammesso che anche i giovani sono irrimediabilmente colpiti”.
“Ma limitazioni e restrizioni stanno minando anche l’economia di ogni singolo cittadino, con gravissime ripercussioni per le attività commerciali e imprenditoriali e, in ultima istanza, con pesanti conseguenze per l’economia nazionale e lo stato di salute dei conti pubblici: perché i cittadini non possono circolare liberamente e perché le attività non possono restare aperte se rispettano i protocolli di sicurezza già introdotti dal Governo nelle ultime settimane oltre a ogni altra misura che venisse ritenuta scientificamente valida e utile?”.