Cospito, gruppo Bakunin: “Denunciamo tortura contro Alfredo”

(Adnkronos) – “I nostri metodi di lotta” sono “diversi” da quelli della “Federazione Anarchica Informale” di cui fa parte Alfredo Cospito, “non siamo interessati ai gesti eclatanti o violenti”, ma “denunciamo con forza la tortura contro Alfredo e la repressione verso il movimento tutto”, anche se “non siamo d’accordo” con le sue “posizioni politiche”. E’ quanto dichiara all’AdnKronos il ‘Gruppo Mikhail Bakunin’, aderente alla Federazione Anarchica Italiana di Roma e Lazio, non violenta, a differenza della Fai cui appartiene Cospito.  

Quella che segue, dunque, come precisa il ‘Gruppo Mikhail Bakunin’, “in nessun caso è da intendersi come la posizione della Federazione tutta”. “E’ allucinante – osservano – che la stampa mainstream non parli di un prigioniero in sciopero della fame da oltre 100 giorni che rischia di morire a brevissimo; che, quando ne parla, vengano criminalizzati tutti coloro che esprimono solidarietà a Cospito; che non ci sia alcuna volontà di segnalare che Cospito ha già scontato la pena per il ferimento di Adinolfi e che l’unico motivo per cui viene condannato all’ergastolo ostativo e al 41 bis è per un petardo di 300 grammi di polvere pirica che non ha fatto morti né feriti, a differenza delle stragi che hanno insanguinato l’Italia che, dopo aver inquisito ed ucciso degli anarchici, non hanno visto nessun colpevole ad eccezione degli agenti dei servizi segreti”.  

Per il ‘Gruppo Mikhail Bakunin’, dunque, è altrettanto allucinante “il 41 bis dipenda solo dalle sue posizioni politiche, con cui peraltro non siamo d’accordo, che lui difende e propaganda sulla stampa e sui siti della sua area politica e non dal suo ‘dare ordini’ a qualcuno. ‘Ordini’ che, come saprebbe chiunque conoscesse le nostre realtà, nessun anarchico accetterebbe”. E ancora, è allucinante, affermano, “che la strage di cui è accusato Cospito non sia mai avvenuta, ma se la siano solo inventata giudiziariamente, a differenza delle altre che hanno realizzato e per le quali ci hanno accusato in passato”. 

Il ‘Gruppo Mikhail Bakunin’ poi, sottolinea: “Noi siamo un gruppo della Federazione Anarchica Italiana, organizzazione dell’anarchica di lingua italiana esistente dal 1945, che ha metodi di lotta diversi dalla Federazione Anarchica Informale, che è quella di cui è accusato di far parte Alfredo Cospito. Nonostante la differenza di metodo, denunciamo con forza la tortura contro Alfredo e la repressione verso il movimento tutto”.  

Sull’argomento il ‘Gruppo Mikhail Bakunin’ ha diramato anche un comunicato della Federazione (https://federazioneanarchica.org/archivio/archivio_2022/20221120cdc.html), e segnala anche un articolo di Umanità Nova, giornale anarchico fondato nel 1920 (https://umanitanova.org/meloni-il-41-bis-e-gli-anarchici/). Tornando al punto, soprattutto sulla differenza con la Fai di Cospito, il Gruppo osserva che “il carcere non è mai stato per noi uno strumento risolutivo o riabilitativo, men che meno lo può essere con l’accanimento punitivo a cui è sottomesso Cospito, tramite misure come il divieto di leggere libri o tenere le foto dei genitori in cella; misure che evidenziano solo il carattere vendicativo e torturatore del provvedimento a lui applicato e smentiscono qualsiasi narrazione giustificativa fatta dal governo”. 

“Per questo – aggiungono – ci opponiamo a questo strumento inumano. Essendo il gruppo Bakunin aderente alla Fai, ne condividiamo, ovviamente, il suo Patto associativo (https://federazioneanarchica.org/archivio/patto.html) e non siamo affatto un’organizzazione informale, perché, come ribadito nel 2003 (https://federazioneanarchica.org/archivio/archivio_2003/20031228cdc.html), facciamo della chiarezza e della collegialità dei mandati l’atto di garanzia di un metodo libertario ed egualitario di prendere le decisioni. Siamo interni ai percorsi sociali, culturali, sindacali e solidali e ci impegniamo in un lavoro quotidiano, costante e orizzontale con chi subisce lo sfruttamento capitalista e la discriminazione sulla propria pelle, nelle strade, sul posto di lavoro o per via del proprio orientamento sessuale. Adottiamo e diffondiamo pratiche ambientaliste e di contrasto sociale alle logiche consumiste, mafiose e di speculazione. Crediamo che i nostri metodi siano coerenti coi nostri scopi e non siamo interessati ai gesti eclatanti o violenti, se non per diretta difesa”. “Rileviamo le ovvie differenze (grandi e piccole che siano) con metodi praticati da altre realtà – conclude -, che ci asteniamo dal giudicare, poiché rifiutiamo il circo mediatico che vuole lo scontro e la distinzione tra anarchici ‘buoni’ e ‘cattivi’. Denunciamo il clima di repressione e criminalizzazione da parte del governo verso chiunque esprima solidarietà a Cospito e, più in generale, la criminalizzazione d’ogni dissenso che, oggi come ieri, rappresenta l’unica forma di contrasto al disagio e alla disparità sociale”.