(Adnkronos) – “Io non discuto il 41 bis in generale. Nel caso specifico di Alfredo Cospito, c’è qualcosa che abbia a che fare con le ragioni su cui si fonda il 41 bis?”. E’ la domanda che Massimo Cacciari pone a Cartabianca in relazione alla detenzione dell’anarchico Alfredo Cospito, che protesta con lo sciopero della fame contro il regime del 41 bis.
“Il 41 bis è uno strumento duro, adottato con una ratio precisa: impedire che capi mafiosi potessero continuare a dirigere le loro organizzazioni dal carcere. Quindi gli è stato impedito di parlare e comunicare con un regime di carcere durissimo. In un paese civile la pena non ha un sapore di vendetta”, dice Cacciari. “Io non discuto il 41 bis in generale. In questo caso specifico, c’è qualcosa che abbia a che fare con le ragioni su cui si fonda il 41 bis? Si teme che Cospito possa dirigere un’insurrezione anarchica? Che possa commettere stragi che non ha mai commesso? Qual è la ratio di tenere Cospito in un regime durissimo che non è stato applicato a stragisti e terroristi degli anni di piombo? Cosa possono organizzare gli anarchici? Possono organizzare qualcosa che abbia a che fare con la sicurezza dello Stato? Stiamo delirando. Le stragi degli anni ’70 minacciavano la sicurezza dello Stato. Ora c’è un pericolo anarchico in Italia? Ma stiamo scherzando?”.