“Sono tanto speranzoso. Vediamo cosa accadrà dopo la visita.” Così parla don Patriciello, il parroco anti-clan che si è rivolto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni per invitarla ad andare a Caivano, luogo dove sono state stuprate le due cuginette di 12 e 13 anni.
“Sarà qui giovedì”, dice don Maurizio Patriciello. “Le ho mandato un messaggio e subito mi ha risposto. Sono sicuro che verrà con delle proposte concrete“.
Ieri si è tenuto un corteo a Caivano che, complice forse anche la pioggia, non ha visto una grande affluenza di persone – circa 200 – che però silenziosamente si sono riunite per manifestare dopo gli abusi di gruppo delle due bambine da parte di un branco di adolescenti. Si sono percorse le strade del Parco Verde, arrivando fino alla chiesa e al centro sportivo Delphina, un posto degradato dove si sarebbero consumate le violenze.
Chi ha partecipato a gran voce ha chiesto innanzitutto che i bambini vengano tutelati perché “la tutela dei bambini è un dovere“. Sui cartelli, tanti e tutti colorati, si leggeva: “Le bambine vanno amate, non stuprate”, “Ricostruiamo il Parco Verde”, “Riqualifichiamo il centro sportivo”. Il parroco, sotto scorta per le numerose minacce ricevute della camorra, ha invitato chiunque a non perdere la speranza e ha sottolineato come in questo luogo non ci sia solo delinquenza e omertà, ma c’è anche tanto coraggio e voglia di ripartire. Lo Stato però ha un ruolo fondamentale. “Sul versante della sicurezza – afferma – molto è stato fatto. Ma lo Stato non è solo la divisa delle forze dell’ordine, lo Stato significa anche servizi sociali, trasporti, strutture”.