La Corte Suprema statunitense ha dato il via libera alla prima esecuzione federale dopo 17 anni di moratoria non scritta. I giudici hanno votato per l’uccisione di Daniel Lewis Lee, 47 anni, condannato alla pena di morte per aver partecipato al ‘massacro della famiglia Mueller’. Nel 1996 a Russelville, in Arkansas, uccise il commerciante di armi William Frederick, la moglie Nancy e la figlia di 8 anni, prima di gettare i corpi nel lago legati a delle pietre.
L’iniezione con il pentobarbital doveva svolgersi lunedì 12 luglio, ma era stata bloccata da un giudice federale, Tanya Chutkan, per questioni legali, tra cui la richiesta dei parenti delle vittime, che avevano sottolineato di non poter assistere di persona all’esecuzione per i rischi legati al Covid-19.
Leggi anche: Il Colorado ha abolito la pena di morte
Quella di assistere è una possibilità, non un diritto, ha replicato la Corte Suprema, dando il via libera all’esecuzione. Non tutti i familiari delle vittime vogliono la morte del condannato. Earlene Peterson, la mamma di Nancy, si è sempre definita contraria alla pena capitale e ha chiesto più volte al presidente Donald Trump di concedergli la grazia.
La ripresa delle esecuzioni federali è stata decisa dall’amministrazione Trump e annunciata lo scorso anno dal procuratore generale William Barr. Questa settimana sono previste anche altre due esecuzioni capitali. Una terza ad agosto.
Mario Bonito