CORTE DEI CONTI: NON TOCCARE LA LEGGE FORNERO PER NON ESPORRE LA FINANZA PUBBLICA A ’RISCHI DI SOSTENIBILITÀ’

In audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato (impegnate nell’esame della nota di aggiornamento al Def), Arturo Martucci di Scarfizzi, presidente della Corte dei conti, ha evidenziato che la finanza pubblica verrebbe esposta a ’’a rischi di sostenibilità’’, nel caso in cui dovesse registrarsi ’’Ogni arretramento’’ rispetto ai parametri sottostanti al disegno di riforma completato con la legge Fornero. A frenare rispetto ad eventuali spostamenti dell’età pensionabile, afferma invece il vice direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, “Le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l’importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro. L’insieme delle riforme previdenziali realizzate in più di vent’anni ha migliorato in modo sostanziale sia la sostenibilità sia l’equità intergenerazionale del sistema. Tuttavia le prospettive demografiche e di crescita potenziale sono state aggiornate e risultano meno favorevoli. Le più recenti proiezioni dell’incidenza della spesa sul prodotto, da poco rese note dalla Ragioneria Generale dello Stato, sono, conseguentemente, più alte di quanto precedentemente prospettato”, e non a caso, la Nota di aggiornamento indicherebbe segnali che queste ultime “comporterebbero un peggioramento degli indicatori di sostenibilità delle finanze pubbliche calcolati dalla Commissione europea”. Rifacendosi da quanto pubblicato lo scorso agosto dalla Ragioneria Generale dello Stato in relazione al Rapporto sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e sociosanitario, Signorini aggiunge che “l’incidenza sul PIL della spesa per pensioni, oggi pari a circa il 15,5 per cento, raggiungerebbe valori di poco superiori al 18 per cento tra il 2040 e il 2045, imboccando successivamente un sentiero di costante e significativa discesa”. Quindi, se rapportate alle precedenti proiezioni stilata dalla Ragioneria, “la spesa risulta sensibilmente maggiore in ciascun anno del periodo considerato. Il peggioramento riflette la revisione al ribasso effettuata da Eurostat delle prospettive di crescita italiane, a sua volta riconducibile a una più deludente dinamica della produttività totale dei fattori e a minori flussi migratori netti. Motivo per cui le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l’importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro”.
M.