Corte Conti apre inchiesta su Expo

La procura regionale della Corte dei conti per la Lombardia ha avviato un’indagine per accertare possibili profili di danno erariale nella gestione della gare di appalto per Expo 2015 in seguito all’inchiesta della procura di Milano sulla cosiddetta ’cupola degli appalti’. Da quanto si legge in una nota della procura regionale della Corte dei conti, l’inchiesta su possibili profili di danno erariale è “in stretta connessione con i recenti provvedimenti della magistratura penale in materia di gestione delle gare di appalto di Expo 2015”. Nel comunicato inoltre si afferma che “l’odierna inchiesta si affianca alla recente indagine in corso relativa alla truffa ai danni della Regione tramite Infrastrutture Lombarde per svariate illegalità nell’attività contrattuale, nonché sui numerosi fascicoli aperti sugli appalti negli ospedali lombardi, attualmente in fase istruttoria”. Per le indagini su Expo e su Infrastrutture Lombarde è stato costituito un apposito pool di magistrati contabili guidato dal procuratore regionale Antonio Caruso e che si avvarrà dell’ausilio del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano. La procura di Milano, intanto, ha dato parere negativo alla richiesta di arresti domiciliari avanzata da Angelo Paris l’ex manager di Expo finito in carcere nell’inchiesta sulla ’cupola degli appalti’. Secondo i pm pur avendo fatto ammissioni davanti al gip deve ancora chiarire molti aspetti della vicenda. Angelo Paris, secondo i pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, allo stato ha fatto ammissioni ma sommarie. Lunedì scorso infatti l’ex manager di Expo, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabio Antezza, aveva cominciato a dare chiarimenti spiegando che si era fatto coinvolgere nel “sistema” organizzato dalla “cupola degli appalti”. E proprio affinché chiarisca altri aspetti della vicenda verrà interrogato, dai pm la prossima settimana così come l’esponente ligure dell’Udc Sergio Cattozzo (anche lui in carcere). Il pm di Milano, Ilda Boccassini, nella sua audizione davanti al Csm,ha confermato che nell’inchiesta sull’Expo c’è stato un doppio pedinamento, la cui responsabilità sarebbe stata del collega Alfredo Robledo. “Erano tutte e due forse della Guardia di Finanza di Milano”, ha spiegato Boccassini a proposito degli uomini che stavano eseguendo i pedinamenti. L’aliquota che lavorava con i pm Gittardi e D’Alessio, ha raccontato Boccassini, “ha fatto 3.000 passi indietro appena ha visto i colleghi che erano sullo stesso osso e se ne sono andati”. Il procuratore aggiunto di Milano ha raccontato che la vicenda è accaduta “in tempi recenti, quando le richieste di misura cautelare erano già state inoltrate all’ufficio del gip”.