E’ sposato con una donna americana e vive negli States l’italiano risultato positivo al coronavirus, e facente parte dei passeggeri della ‘Diamond Princess’, la nave da crociera da diversi giorni ferma in un porto giapponese, con a brodo 454 contagiate.
A confermarlo è stato Stefano Torrevecchia, capo dell’Unità di Crisi della Farnesina, il quale ha affermato ad ‘Agorà’, su Raitre, che l’italiano “è però partito con il volo americano perché residente in America e sposato con una donna americana”.
In totale i cittadini statunitensi sono 300 e di questi 14 risultano essere stati contagiati e dunque, nelle operazioni di rimpatrio, hanno spiegato le autorità Usa, sono stati “separati dagli altri e trasferiti rapidamente e in sicurezza in un’area di contenimento a bordo dell’aereo nel rispetto dei protocolli”. Tuttavia, precisano, “i 14 separati dagli altri passeggeri, continuano a non mostrare sintomi del contagio”. Ad ogni modo, una volta atterrati negli States, saranno tutti controllati dai medici ed avviati ai 14 giorni di quarantena
Tornando ai fatti di casa nostra invece, qualora fosse confermato il contagio, si tratterebbe del primo italiano ufficialmente censito di coronavirus. Quindi Torrevecchia ha poi aggiunto che “dei connazionali di cui ci dobbiamo occupare noi per il rientro in Italia, non risulta nessun contagiato“.
Nello specifico la quarantena “dovrebbe terminare il 19 e dal 19 al 21 saranno i giorni in cui potranno essere sbarcati i passeggeri. Stiamo organizzando questo volo che potrebbe anche essere esteso ad altri europei. Naturalmente non rientreranno tutti i nostri connazionali perché una parte dell’equipaggio a quanto ci fanno sapere è funzionale alla nave e potrebbero scegliere di rimanere a bordo, almeno una piccola parte. I passeggeri ed una buona parte dell’equipaggio dovrebbe rientrare con noi”.
Dal canto suo Angelo Borrelli, capo per la gestione dell’emergenza Coronavirus, all’uscita della riunione del Comitato operativo, ha affermato che dei 35 nostri connazionali imbarcati, “25 sono membri dell’equipaggio tra cui il comandante. Credo, quindi, che alcuni di loro non abbandoneranno la nave ma rimarranno lì per governarla. Porteremo indietro coloro i quali vogliono ritornare nel nostro Paese. Dovrebbero essere una quindicina. E se dovessimo avere la disponibilità dei posti anche cittadini europei che vogliono rientrare. L’obiettivo – ha comunque anticipato – è portarli via quanto prima: stiamo lavorando per una soluzione tempestiva. Stiamo definendo con le diverse strutture operative i dettagli del viaggio, dal volo al centro dove saranno ospitati, garantendo allo stesso tempo anche l’attività di prevenzione e monitoraggio“.
Max