Al Senato, prima di sedersi al tavolo, con Salvini sfilano tutti i ‘pezzi grossi’ della Lega: Claudio Durigon, Massimo Garavaglia, Claudio Borghi, Alberto Bagnai, Massimo Bitonci, Armando Siri (tutti votati all’economia), e Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera.
Il leader prende la parola cercando di spezzare l’improvviso alone di serietà seguito all’ingresso in conferenza stampa: “Speriamo che le nostre proposte non vengano messe in quarantena, siano utilizzate. Stiamo preparando un decalogo, con le nostre proposte – spiega Salvini – misure che porteremo al governo. Io, personalmente consegnerò a Conte le proposte. Se Conte vuole chiamare un senatore basta un numero giusto“.
E arriva subito al sodo: servono soldi, tanti soldi: “E’ chiaro che i 20 milioni stanziati dal governo e i 200 milioni ipotizzati dall’Ue non bastano, forse servono solo per l’emergenza a Codogno. A mio avviso – osserva – serve una cifra che non sarà inferiore, stimata a spanne, sperando che il contagio sia contenuto, ai 10 miliardi” ma, soprattutto, per far fronte a questa emergenza, inoltre “serve un piano straordinario per il turismo, stiamo arrivando al 90% di disdette dei viaggi per l’Italia“.
Conscio del fatto che le conseguenze economiche di questo coronavirus saranno pesantissime, Salvini poi ribadisce, “Le nostre proposte economiche le presentiamo sperando che nessuno ci accusi di razzismo e fascioleghismo. Occorre un piano straordinario per le famiglie, da nord a Sud, serve denaro fresco. Evitiamo di accorgerci del problema in ritardo, come si è fatto sul piano sanitario“.
In proposito, il leader del Carroccio, alludendo a quanto affermato da Conte in merito ai protocolli ospedalieri, a suo avviso disattesi dagli ospedali del Nord, tiene a sottolineare che “Qualcuno in maniera sgradevole indica operatori, medici, infermieri, come responsabili. Da inizio crisi – ribadisce – stiamo lavorando sul fronte sanitario, con sindaci, medici sul territorio, operatori e infermieri che stanno facendo un grande lavoro“.
Max