Un passaggio che potrebbe prevedere una trasformazione sostanziale, oppure no: le interpretazioni sono varie, e il tema è del resto caldo, importante e cruciale specialmente in questa fase di crisi economica figlia della terribile pandemia da coronavirus.
Parrebbe che il reddito di emergenza possa divenire un contributo: come cambia? Quali sarebbero, nel caso, le differenze sostanziali e a chi spetterebbe? E come fare per ottenerlo?
Da reddito di emergenza a contributo: nell’eventuale passaggio, come cambia? Il sostegno per le famiglie indicato nel decreto di maggio produce ansia tra le parti del governo e pare andare verso una sostanziale modifica. Da reddito di emergenza a contributo, per appunto: come prevederebbe tutto ciò?
Il reddito di emergenza diventa un contributo, ma cambia qualcosa per i beneficiari?
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Tra i diversi nodi da sciogliere nel decreto di maggio (ex decreto di aprile) ancora in bozza vi è proprio il reddito di emergenza come una misura per sostenere le famiglie in difficoltà e che fino a oggi non hanno avuto un sostegno concreto.
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Il reddito di emergenza analizzato da parecchio tempo pure per aiutare i lavoratori irregolari, crea discordie all’interno della maggioranza ed è per questo che ci si avvierebbe, a quanto pare, ad un cambio di nome.
Insomma, il provvedimento diventerebbe un contributo e la cifra oscilerebbe, stando alla bozza del decreto di maggio, tra i 400 e gli 800 euro.
Dunque il reddito di emergenza cambia nella forma e diventa contributo, ma nella pratica?
Il sostegno alle famiglie per la Fase 2 con il decreto di maggio potrebbe dunque subire delle modifiche.
Il pensiero di alcuni nella maggioranza di governo è non far passare il concetto che il reddito di emergenza sia qualcosa di fisso come il reddito di cittadinanza che dura 18 mesi ed è rinnovabile se si mantengono i requisiti.
Per questo si è deciso di chiamarlo contributo, al fine di sottolineare la sostanza temporanea. I rumors della ‘bozza’ non chiariscono la durata del reddito di emergenza che andrebbe da 400 a 800 euro a seconda della composizione del nucleo familiare.
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Nella sua nuova versione di contributo il reddito di emergenza dovrebbe essere erogato per un massimo di due mesi, in due tranche, per sostenere i cittadini in questo momento di crisi e quindi sarebbe qualcosa di totalmente diverso dal reddito di cittadinanza.
Il reddito di emergenza, ormai contributo, sarebbe concesso per due mensilità dall’INPS con una sola domanda. Il reddito di emergenza, ora contributo, dovrebbe riguardare un milione di nuclei familiari circa, vale a dire 2,5 milioni di persone, con risorse fino a un miliardo.
Il contributo di emergenza temporaneo, quello che fino a ieri veniva chiamato reddito, dovrebbe essere erogato alla stessa tipologia di beneficiari stabilita nella prima bozza del decreto, o almeno così dovrebbe essere. I requisiti restano:
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