Tra le tante aziende che in tutto il mondo stanno dandosi da fare per arrivare ad un vaccino che renda immune l’uomo dal temibile SARS-CoV-2, il virus che sta terrorizzando l’intero globo, c’e’ un’azienda italiana, di Pomezia che, in tandem con l’istituto Jenner della Oxford University, sta lavorando senza sosta in questo senso.
Si tratta della, IRBM Science Park. Matteo Liguori, Managing Director dell’IRBM, all’agenzia Dire ha fornito ragguagli circa i tempi e le modalità di indagine.
“L’IRBM sta lavorando alla produzione di questo vaccino, precisamente il nostro comparto dei vaccini Advent e l’Universita’ di Oxford stanno collaborando. E’ stata selezionata una proteina, la ‘spike’ che verra’ successivamente inserita in un vettore, un adenovirus che trasporterà ‘spike’ all’interno dell’organismo dell’uomo rendendolo cosi’ immune rispetto al contagio dal virus. Tale trasporto si compie tramite un vettore che e’ riconosciuto dall’uomo ed e’ stato già adottato per altre produzioni di vaccini come nel caso dell’ebola”, ha detto Liguori.
Quanto alla tempistica e ai passaggi prima di arrivare al vaccino vero e proprio Liguori è esplicito. “Dall’inizio dell’emergenza ad oggi si sono susseguiti lanci stampa di alcune aziende che hanno dato dei tempi scientificamente non sostenibili per la produzione del vaccino. Per questa ragione l’OMS, qualche settimana fa è intervenuto e ha dato come tempi di riferimento 18 mesi per la produzione.”
In questo senso si parla di lasso di tempo tra la produzione del vaccino e la commercializzazione.
“E’ pur vero che in casi di epidemia o in altri casi straordinari abbiamo assistito a delle accelerazioni per permettere all’uomo di migliorare le cure e la sua difesa rispetto ad un eventuale contagio da malattie infettive.”; dice Liguori. che poi chiarisce. “Per quanto riguarda l’IRBM la previsione dipenderà dalla diffusione del Coronavirus. Stiamo impegnandoci 24 ore al giorno per fare in modo che questo vaccino raggiunga il mercato nel più breve tempo possibile. Stimiamo che da qui all’estate la nostra azienda produrrà mille dosi di vaccino. Tali dosi dovranno esser sperimentate secondo il protocollo che ad oggi conosciamo e cioe’, fino a prova contraria, quello ordinario.”
Ovvero? Quali sono i passaggi?
“L’iter consiste prima nella sperimentazione animale, poi sull’uomo in fase clinica detta anche 1,2 e 3 seguendo lo standard. Se qualcosa dovesse cambiare e gli enti regolatori dovessero ritenere di cambiare il processo standard a quel punto i tempi potrebbero accorciarsi”.