Dopo le scene viste questo fine settimana nelle principali città italiane, il governo corre ai ripari e pensa a una stretta delle misure per evitare un aumento dei contagi dopo le feste. Gli assembramenti nel centro e per le vie dello shopping della Capitale e non solo hanno fatto arrabbiare gli esperti e alcuni esponenti del governo, che ora invocano misure più rigide soprattutto in prossimità di Natale e Capodanno, dove cene e veglioni rischiano di diventare l’anticamera della terza ondata.
Le diverse ipotesi
Nel vertice di oggi tra ministri, capidelegazione e Comitato tecnico scientifico sono emerse diverse ipotesi. La prima: tutta Italia in zona arancione, con il divieto di uscita dal proprio comune e la chiusura di bar e ristoranti. La seconda, invocata dai rigoristi, prevede un irrigidimento delle misure sulla base del “modello Merkel”: una sorta di lockdown con negozi chiusi e possibilità di lasciare le proprie abitazioni solo in caso di necessità e urgenza, con un margine di flessibilità più ampio rispetto a marzo.
Ok spostamenti nei piccoli comuni
Dal vertice c’è il via libera per gli spostamenti natalizi, ma solo per i piccoli comuni con massimo di 5mila abitanti ed entro 30 km. Da decidere anche se far scattare i provvedimenti già dal 19 dicembre o se a ridosso del Natale. “Serve spirito di coesione nazionale”, dice il premier Giuseppe Conte in un video su Facebook. “Sono convinto che mostreremo questa saldezza anche nelle prossime settimane”.