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Coronavirus, l’Oms alza il rischio contagio da alto a molto alto

Il rischio si alza perché vediamo sempre più Paesi alle prese con il coronavirus. Questa decisione di fatto riflette quello che sta accadendo nel mondo: più Paesi coinvolti, alcuni in difficoltà nel riuscire a contrastarlo. Come ha detto il dottor Tedros c’è ancora una finestra di opportunità. Siamo al livello più alto di allerta ma questo non per allarmare o spaventare le persone, ma per far capire ai Paesi che non c’è più molto tempo e che occorre svegliarsi ed essere pronti“.
Così il responsabile del Programma di emergenze sanitarie dell’Oms, Mike Ryan, facendo il punto sulla situazione.

“Fuori la Cina ora 4.351 casi e 67 vittime”

Dal canto suo il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus ha spiegato che essendo ora il coroinavirus ‘uscito’ dalla Cina, ha assunto potenzialità molto più preoccupanti: “Seguiamo costantemente con i nostri epidemiologi lo sviluppo di questa epidemia e abbiamo ora modificato la nostra valutazione del rischio di diffusione e di impatto di Covid-19 da alto a molto alto a livello globale. Da ieri – ha aggiunto il dg dell’Oms – cinque Paesi hanno riportato i loro primi casi di Covid-19. Tutti questi casi hanno legami con l’Italia“.
Per quel che riguarda invece la Cina, “nelle ultime 24 ore ha riportato 329 nuovi casi di Covid-19, il numero più basso in oltre un mese. Alle 6 di questa mattina, i casi riportati dalla Cina all’Oms sono 78.959, incluse 2.791 morti. Al di fuori dalla Cina, ci sono ora 4.351 casi in 49 Paesi e 67 morti”.

“Non ci sono colpe o responsabilità, evitaiamo stigma”

Infine, sempre in merito al pessimo ruolo svolto in quest’ambito anche da parte della disinformazione e, non ultimi, allarmi non del tutto legittimati – come quella del cane contagiato – Ghebreyesus ha tenuto a precisare che “non bisogna fare retorica, nessun Paese è responsabile di un’epidemia, nemmeno gli animali hanno colpa se diffondono un virus. Bisogna fare attenzione al linguaggio che usiamo in questo momento di difficoltà, perché lo stigma non sarebbe di alcun aiuto“.
Max