Esorcismo. Una parola che richiama alla mente riti esoterici, sette sataniche, film terrorizzanti. Ma in Italia l’esorcista, aveva detto Cesare Truqui, erede di padre Amorth, intervistato da La Stampa nel 2018, è una “professione di misericordia”. Professione a cui si rivolgono ben 500mila persone ogni anno. Non solo per scacciare le “presenze demoniache”, raccontava Truqui, ma anche per scacciare il “malocchio” o affrontare situazioni che poco avevano a che fare con il diavolo: “problemi familiari, di lavoro o addirittura ragazze con problemi di cuore”. Ovviamente non venivano esorcizzate, ma si cercava di offrire “comprensione umana”. Un’attività che, data la mole di lavoro, necessitò negli ultimi anni l’istituzione di un corso ad hoc organizzato dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Lo zampino del coronavirus
Ma la pandemia, che di danni ne ha fatti tanti, non ha risparmiato neanche il ‘settore’ religioso. A raccontarlo all’Adnkronos è l’esorcista don Matteo De Meo, che conferma il trend negativo del 2020. “Gli esorcismi sono effettivamente diminuiti – dice de Meo – e laddove è possibile si fanno con tutte le precauzioni richieste e indossando guanti e mascherina”. Amuchina contro il malefico Belzebù? No, spiega l’esorcista, ma “in questo periodo più che altro ci sono stati casi legati a problemi spirituali e a situazioni miste e a psico depressioni” e, se ci sono casi conclamati, “si cerca di rinviare”. Distanziamento sociale prima di tutto.
“Non è che il diavolo non agisca più”, ribatte padre Truqui dalla Svizzera, ma tra lockdown e rigide regole per arginare il virus sono crollati anche gli esorcismi. “In questo periodo ci si è applicati soprattutto su un primo dialogo con chi sta male – ha confidato Truqui – Gli esorcisti in generale sono comunque sempre attenti ai bisogni delle persone, anche offrendo un conforto, più che altro psicologico, via telefono. Io però credo nel potere dell’esorcismo quindi tutt’al più al telefono si dà una benedizione, ma a tanti chilometri di distanza non si scaccia Satana”. Ma, secondo me, con i tempi che corrono, il nostro caro diavolo ha fatto un gran bene a rimanere a casa sua.
Mario Bonito