L’emergenza coronavirus porta a doversi occupare, oltre che della crisi sanitaria, anche di quella economica: ecco infatti che tutti i paesi al mondo stanno varando provvedimenti per arginare il flop delle proprie economie, con programmi di investimento di risorse più o meno corpose.
Già, ma quanto? Se in Italia si sta facendo polemica intorno ai 25 miliardi del provvedimento Cura Italia, che dovrebbero comunque aumentare stando alle ultime dichiarazioni, come si stanno comportando invece gli altri governi mondiali? Dagli Usa alla Francia, passando dalla Germania della Merkel fino dl Regno Unito e il Giappone o la Spagna di Sanchez, quanti soldi, quante risorse stanno mettendo in campo?
Gli altri Paesi, numeri alla mano, stanno mettendo in campo più risorse rispetto all’Italia: ecco quanto spendono la Casa Bianca di Donald Trump e gli altri governi.
Con il decreto Cura Italia, il governo ha varato un primo pacchetto di misure economiche contro l’emergenza coronavirus. Questi primi interventi fiscali sono pari a circa 20 miliardi di euro di maggior deficit, cioè l’1,1 per cento del Pil (la cifra di 25 miliardi indicata si riferisce al saldo netto da finanziare).
Le garanzie pubbliche pare che debbano coprire prestiti alle imprese: non è chiaro quale sarebbe l’importo di prestiti coperti, malgrado il Ministro Gualtieri avesse stimato un importo di 350 miliardi circa (19,7 per cento del Pil).
Come operano, invece la Germania, il Giappone e il Regno Unito e, ancora, stati come Francia, Paesi Bassi e Spagna?
Mentre il Ministro Gualtieri aveva parlato di un importo di 350 miliardi e di possibili iniezioni di risorse attraverso acquisti di azioni societarie e di obbligazioni fino a un massimo di 200 miliardi, si parla in Italia di ulteriori 18 miliardi (0,8 per cento del Pil) a sostegno di lavoratori e imprese: tuttavia si parla di distribuirle tra il 2020 e il 2021 e inoltre non vi è chiarezza circa la composizione del totale.
Nell’attesa del secondo decreto economico che il governo ha annunciato per il mese di aprile, ecco invece quanto deciso dagli altri principali paesi in tema di misure fiscali e economiche anti coronavirus.
Si vede subito come siano manovre più consistenti di quelle finora previste dall’Italia, tranne per il Giappone che però prevede un nuovo piano per aprile.
aggiornamento ore 5,52
Il 23 marzo il governo tedesco ha approvato un aumento del deficit per 156 miliardi di euro (il 4,7 per cento del Pil) rispetto a quanto previsto in precedenza. Di questi, 33 miliardi sarebbero dovuti a minori entrate legate al rallentamento dell’economia, intanto che il pacchetto di nuove spese per far fronte all’emergenza varrebbe 123 miliardi, cioè il 3,6 per cento del Pil.
Si parla di assegni familiari e ai sostegni al reddito (circa 60 miliardi), aiuti una tantum a piccole imprese e lavoratori autonomi (50 miliardi) e spese aggiuntive per la sanità (7 miliardi).
In aggiunta altri 200 miliardi di debito pubblico potranno essere aggiunti nell’anno o acquisti di obbligazioni della banca pubblica tedesca KfW. Per finire lo Stato si impegna a offrire un fondo “illimitato” di garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese. Finora si è parlato di 400 miliardi di garanzie sui prestiti alle grandi imprese da parte del nuovo Fondo per la stabilizzazione economica (WSF) e fino a 822 miliardi sui prestiti alle piccole e medie imprese da parte della KfW. In totale, si parla di garanzie pari al 35,7 per cento circa del Pil tedesco, ma il governo ha ammesso che non c’è un limite massimo alle garanzie pubbliche.
Giappone
Il Giappone è intervenuto in modo ridotto con due pacchetti di misure. Il primo intervento, deciso a febbraio, prevedeva 500 miliardi di yen (lo 0,1 per cento del Pil) di prestiti statali a favore di piccole e medie imprese del settore del turismo. A questo è seguito, a metà marzo, un aumento a 1.600 miliardi di yen (lo 0,3 per cento del Pil) con estensione ad un numero maggiore di imprese colpite dall’emergenza.
In più, stanziati 430 miliardi di yen (meno dello 0,1 per cento del Pil) per misure fiscali, e si attende un terzo intervento più corposo ad inizio di aprile.
Il governo britannico ha varato due pacchetti di misure, e si attendeun terzo nei prossimi giorni. Il primo prevede una spesa per 30 miliardi di sterline, circa l’1,4 per cento del Pil, di cui 5 miliardi per il sistema sanitario nazionale e 7 per le imprese e lavoratori, mentre i restanti 18 miliardi saranno iniettati per il biennio 2020-21.
Il secondo pacchetto, dovuto al diffondersi del virus, è stato definito una “misura senza precedenti” e ha un valore di 350 miliardi di sterline. Nel dettaglio, 330 miliardi, pari al 15 per cento del Pil, sono a garanzia sui debiti delle imprese che necessitano liquidità, mentre i restanti 20 miliardi, lo 0,9 per cento del Pil, sono per il taglio delle tasse e a sussidi per le imprese e i lavoratori.
Un terzo pacchetto darebbe reddito ai lavoratori delle imprese che resteranno senza lavoro a causa dell’emergenza: potrebbe aggirarsi intorno ai 78 miliardi di sterline (3,5 per cento del Pil).
aggiornamento ore 9,01
La Francia ha scelto di impiegare 45 miliardi di euro, l’1,9 per cento del Pil. In dettaglio:
Inoltre, la Francia si è impegnata, tramite l’uso della banca di investimento pubblica Bpifrance, a dare garanzie di Stato sui prestiti bancari alle imprese per un importo di 300 miliardi, pari al 12,4 per cento del Pil.
Nei Paesi Bassi le misure per le imprese ammontano a circa 20 miliardi di euro, il 2,5 per cento del Pil. Il governo si impegna a offrire garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese, ma non ha indicato un valore di queste garanzie.
In Spagna il piano fiscale dello scorso 12 marzo vale 18 miliardi, circa l’1,5 per cento del Pil. Le misure riguardano le spese di emergenza per la crisi sanitaria (circa 4 miliardi), aiuti al settore delle imprese e sostegno al reddito di lavoratori autonomi e dipendenti.
Nei prossimi giorni in arrivo altre misure di sostegno all’economia. Inoltre, lo Stato come gli altri fornisce garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese per circa 100 miliardi di euro (l’8 per cento del Pil) tramite l’Instituto de Credito Oficial (ICO).
In USA si è giunti all’accordo bipartisan per uno stimolo economico di circa 2.000 miliardi di dollari (il 9 per cento del Pil) per frenare gli effetti depressivi del coronavirus sull’economia, anche se non si sa ancora bene se queste misure avrebbero effetto subito nel 2020.
Le misure riguarderebbero assegni diretti a adulti e minori, un pacchetto che include prestiti e garanzie sui prestiti di circa 500 miliardi diretti ad industria, Stati federali e città, e 367 miliardi di aiuti alle piccole e medie imprese.
Si parla anche di nuovi sussidi di disoccupazione e fondi per la sanità per 150 miliardi di dollari (0,7 per cento del Pil).
aggiornamento ore 12,10