La crisi scaturita dal Coronavirus come ormai ampiamente noto ha prodotto nei vari governi nazionali, tra cui l’Italia, il varo di manovre volte a rilanciare l’economia nei suoi comparti produttivi e sociali. In Italia, l’ultimo prodotto del governo Conte è il decreto Rilancio ora entrato in Gazzetta Ufficiale.
Il testo del decreto Rilancio giunto a 266 articoli è stato firmato dal presidente della Repubblica, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale la sera di martedì 19 maggio, entrando immediatamente in vigore con i suoi provvedimenti.
Quali sono le novità del decreto Rilancio? In queste ore si è molto parlato sia degli incentivi per il rilancio di un settore come quello delle ristrutturazioni e rimodulazioni per l’efficientamento energetico, ma anche per le pene e le sanzioni per chi dichiara il falso nel compilare i documenti per accedere ai contributi.
Andiamo a vedere nel dettaglio.
Decreto Rilancio, ecobonus, e credito di imposta, come funzionano
Dunque, per quanto concerne i lavori di ‘rilancio’ energetico, si è molto parlato di Ecobonus. Ma non solo: questi i provvedimenti:
- Ecobonus al 110 per cento per l’efficientamento energetico degli edifici;
- Bonus sisma, per l’adeguamento sismico: sarà ammessa anche la seconda casa se all’interno del condominio. Sono escluse le seconde abitazioni se sono ville unifamiliari.
- Bonus condizionatori e impianti di raffreddamento – riascaldamento;
- Bonus infissi e finestre;
Aggiornamento ore 00.05
Un ulteriore elemento importante: scende il credito d imposta al 60% per le spese sostenute per la sanificazione degli ambienti di lavoro e l’acquisto di guanti e mascherine. Il tetto di spesa rimborsabile scende da 80mila a 60mila euro.
Il provvedimento sembra andare in risposta a tutti coloro, in queste convulse giornate della Fase2 si sono trovati a fare i conti, sul piano del ripristino delle attività in condizioni di sicurezza con una carenza di materiali in tal senso, in particolare riferimento alla reperibilità di elementi come guanti e mascherine, per appunto.
aggiornamento ore 6.10
Coronavirus, Fase2: quali sono le pene per chi mente per ottenere il fondo perduto
Dal punto di vista penale, sono invece previste, stando ai documenti del governo, delle importanti sanzioni per chi dovesse dichiarare il falso. In particolare:
- è prevista la pena di 6 anni di carcere per chi mente nel compilare la certificazione antimafia per accedere ai contributi a fondo perduto previsti per le imprese con fatturati tra zero e cinque milioni di euro.
Una misura questa, che va a corroborare le intenzioni delle autorità governative di fronteggiare una supposta, e temuta in quanto verosimile, progressiva nuove emergenza legata alla scorrettezza delle procedure e di quanti, nelle ipotesi, intendano avvantaggiarsi delle modalità di ricezione dei fondi.
aggiornamento ore 10.15