Un partito esiste da quando c’è lo statuto, perché lo statuto è anche responsabilità. Luigi Brugnaro parla alla prima Assemblea costituente del Comitato promotore nazionale di ‘Coraggio Italia’,convocata nella Sala Olimpo dell’hotel Minerva di Roma. Ad ascoltarlo, oltre a Giovanni Toti e ai capigruppo di Camera e Senato Marco Marin e Paolo Romani, tutti i firmatari dell’atto costitutivo del 26 maggio scorso. C’è anche la new entry, l’ex M5S Emilio Carelli. Il sindaco di Venezia, da imprenditore navigato, illustra il suo progetto, mettendo subito in chiaro che fino a quando non sarà approvato lo statuto non ci metterà la faccia e quindi, non andrà in giro per i territori, neanche in tv. Della serie: per partire dobbiamo essere tutti d’accordo su chi fa le cose, chi parla, chi raccoglie i finanziamenti, chi decide, altrimenti non si parte.
Sono abituato a fare solo quello che dico, ripete più volte a quanto apprende l’Adnkronos, il patron di ‘Umana’, mostrando una sua bozza statutaria, che ha diviso in due parti: una tecnico-operativa con la struttura del partito centrista che sarà, a cominciare dalla questione dei fondi e della raccolta finanziamenti per le campagne elettorali e le attività politiche, un’altra più ‘rappresentativa’ e politica, dove l’obiettivo è garantire la democrazia interna attraverso il confronto tra diverse sensibilità.
In sostanza, raccontano, Brugnaro avrebbe fatto capire che lui è pronto a dare il suo contributo in prima persona, anche in termini economici, ma si agirà in base alle risorse in cassa, non si spenderà e spanderà senza criterio. Da qui la richiesta (che alcuni hanno interpretato come dei ‘paletti’, per quanto legittimi) di avere piena autonomia sul fronte operativo e finanziario. L’imprenditore veneto, infatti, avrebbe spiegato che andrà lui in prima persona a caccia di finanziamenti, perché è quello che ha sempre fatto e tutti devono aiutarlo a trovare risorse. Tradotto: niente indebitamenti, il partito deve essere agile e in attivo.
La bozza, messa a punto da Brugnaro, non è blindata ma sarà sottoposta all’esame dei soci fondatori. ‘Cambiamo’ presenterà le sue modifiche per arrivare in tempi rapidi all’approvazione unanime. Il sindaco di Venezia avrebbe ribadito tutte le sue perplessità nei confronti della federazione di centrodestra lanciata da Lega e Fi e non avrebbe fatto alcuno accenno a nuovi possibili ‘acquisti’ alla Camera o al Senato, dove ‘Coraggio Italia’ ancora non ha un gruppo autonomo e si è fermato a quota 7. Convinto, invece, che arriveranno altri è Paolo Romani. Secondo l’ex ministro azzurro, tra i fondatori del movimento di Toti, la possibile fusione di Salvini con Berlusconi e la fluidità presente in tanti partiti, a cominciare dai Cinque stelle, offre un campo aperto per dar vita a un nuovo partito moderato, ispirato ai valori liberali cattolici e riformisti.
Il discorso di Brugnaro, che ai più è sembrato un vero e proprio manifesto politico, avrebbe suscitato qualche malumore all’interno di ‘Cambiamo’ per il timore che ci si trovi di fronte al fatto compiuto, con scelte già prese. Il confronto, insomma, è aperto e le prossime riunioni del ‘Comitato promotore’, spiegano, saranno l’occasione per sciogliere ogni nodo sul tavolo e chiarire. ”E’ fisiologico che si apra un dibattito interno, qui si tratta di costruire un partito ex novo”, fa notare un parlamentare di lungo corso che da vicino sta seguendo la fase costituente della ‘cosa’ lanciata da Brugnaro e Toti.
Intanto, ‘Coraggio Italia’ prende forma: l’Assemblea costituente, riunitasi oggi, spiega una nota, “oltre ad essere stata occasione di confronto tra i partecipanti”, è stata “fondamentale” per la costituzione di due commissioni, di 16 membri, una per lo statuto e l’altra per la carta dei valori, programma e codice etico, con il compito di redigere i documenti finali che saranno poi approvati dall’Assemblea nelle prossime settimane”.