“Quello del coprifuoco è un problema più ‘politico’ che virologico, perché i virus non girano di notte, tra le 22 e le 23 più che in altre ore. E’ dunque una questione più di valutazione politica ed economica, perché vediamo che alcune categorie sono fortemente penalizzate. Sebbene qualche mio collega virologo ritenga che questa sia e debba essere una battaglia di trincea, io invece non ritengo il coprifuoco una cosa così importante”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano e docente all’università Vita-Salute.
“Questa – puntualizza – è la mia opinione che si basa sul alcune considerazioni personali dell’andamento dell’epidemia: non ritengo il coprifuoco importante per vincere la battaglia contro il virus, che si vince invece con i vaccini e il rispetto di alcune regole fondamentali. Non con discorsi su un’ora in più o in meno. Quindi mi viene da dire: facciamo lavorare i ristoratori con un turno in più, facciamo uscire le persone rispettose delle regole un’ora in più e basta”.
Si è parlato a lungo dei dati scientifici a supporto della scelta di mantenere un’ora in più di coprifuoco: “Io – osserva Clementi – non riesco a vederli questi dati scientifici che dicono che un’ora in più fa la differenza. Nel momento in cui ci avviciniamo all’estate e ci troviamo nella situazione di dover riaprire, sempre con alcune regole caposaldo che devono essere senz’altro mantenute, questa storia del coprifuoco alle 22 deve finire. In questo momento vediamo un calo progressivo dei contagi che in parte è dovuto alle misure prese in precedenza, ma anche alla particolare stagione verso cui ci avviamo. Qualche ritorno fiamma ci potrà essere, riaprendo scuole, sport e quant’altro. Ma spero e credo sia gestibile, soprattutto per come stanno andando le vaccinazioni anti-Covid. Sulla campagna di immunizzazione sono molto positivo, perché sta procedendo veramente molto bene”.