COP29 a Baku, il G20 di Rio potrebbe sbloccare lo stallo sui finanziamenti climatici. Al centro del dibattito il ruolo di Cina e Paesi con economie solide.
Baku chiama Rio. La COP29 in corso in Azerbaigian è stata definita sin dalla vigilia una “COP di transizione” rispetto a quella del prossimo anno che si terrà in Brasile. Ma i delegati governativi di 197 Paesi del mondo che sono riuniti a Baku per decidere i prossimi passi per contrastare la crisi climatica guardano al Brasile già oggi perché da lì potrebbe arrivare la spinta che ai negoziati in corso serve come l’aria.
In Brasile oggi e domani si tiene il G20 che riunisce i capi di stato e di governo delle principali nazioni del mondo (per l’Italia partecipa la premier Meloni).
Durante le riunioni preliminari pare che i negoziatori abbiano discusso anche la questione della finanza climatica, tema centrale nei colloqui di Baku.
La COP29 guarda al G20
Secondo quanto riportato da fonti diplomatiche citate da Reuters, la bozza di documento “menziona i contributi volontari delle nazioni in via di sviluppo alla finanza climatica, e non parla di obbligatorietà”. Questo approccio potrebbe favorire un ampliamento della platea dei finanziatori, superando uno dei principali ostacoli delle trattative di Baku.
In questo modo, Paesi come la Cina (presente al G20) e altre nazioni non appartenenti all’Ocse ma dotate di notevoli risorse economiche potrebbero essere coinvolti nel finanziamento climatico.
Insomma da Rio de Janeiro potrebbe arrivare quella spinta politica per fare di più sul fronte della crisi climatica. Lo sa bene il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che ha chiesto un intervento diretto da parte dei “grandi” della Terra.
Secondo quanto riportato dall’AFP, Guterres ha invitato ieri i leader del G20 riuniti a Rio de Janeiro a salvare i colloqui ONU sul clima. Il numero 1 delle Nazioni Unite ha chiesto ai leader riuniti in Brasile di dimostrare la loro “leadership” nella riduzione delle emissioni.
“Un risultato positivo alla COP29 è ancora alla nostra portata, ma richiederà leadership e compromessi, in particolare da parte dei paesi del G20″, ha detto Guterres, in una conferenza stampa a Rio dove si trova per partecipare al G20.
COP29, arrivano i ministri
Intanto oggi comincia la seconda e ultima settimana di negoziati. Si entra nel vivo del negoziato politico perché nella capitale dell’Azerbaigian arriveranno i ministri con le deleghe sul clima dei diversi Paesi (per l’Italia parteciperà il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin).
La speranza è che la presenza diretta dei ministri possa dare una spinta a un negoziato ormai in stallo a causa di uno scontro tra il blocco dei Paesi in via di sviluppo, con le nazioni africane capeggiate dalla Cina, e l’alleanza Stati Uniti-Unione Europea. I primi avanzano la richiesta di 1.300 miliardi di dollari all’anno ai secondi. Tuttavia, questi ultimi replicano che una somma così elevata può essere raggiunta solo con il coinvolgimento di Stati che, pur essendo formalmente considerati in via di sviluppo, dispongono di economie estremamente solide, come la Cina e i grandi produttori di petrolio del Medio Oriente.
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