Ieri sera Joe Biden ha ottenuto ufficialmente l’investitura del Partito democratico per la Casa Bianca. “È l’onore della mia vita”, ha twittato Biden poco dopo la fine della seconda giornata della convention nazionale, in modalità virtuale, caratterizzata dal roll call dei delegati dei 57 Stati Usa e territori Usa e da illustri interventi.
Alexandria Ocasio-Cortez, 30 anni, astro nascente del partito, ha parlato per un minuto prima del roll call. “Solo un piccolo, minuscolo minuto, ma lì dentro c’è l’eternità”, aveva scherzato, su Twitter, la giovane deputata radical, lamentandosi del poco tempo a disposizione. E in quel minuto ha scelto di sostenere simbolicamente la candidatura di Bernie Sanders. Il senatore del Vermont, ritiratosi dalle primarie a marzo, ha creato “un movimento di massa – ha detto Ocasio-Cortez – che lavora per garantire i diritti sociali, economici e umani del ventunesimo secolo, tra cui l’assistenza sanitaria garantita, l’istruzione e i diritti del lavoro per tutte le persone negli Stati Uniti”. “Un movimento – ha proseguito – in grado di riparare le ferite dell’ingiustizia razziale, della misoginia, dell’omofobia e dell’insostenibile brutalità di un sistema economico a vantaggio di pochi”.
Un appoggio, quello a Sanders, che ha subito creato polemiche, smorzate sui social dalla stessa deputata (che ha solo seguito le regole della convention): “Le mie profonde congratulazione a Joe Biden, ora andiamo a vincere a novembre”.
Tra gli ospiti d’onore anche i due ex presidenti Jimmy Carter e Bill Clinton, che ha sfruttato i suoi cinque minuti per attaccare duramente il presidente Donald Trump e il modo in cui ha gestito la pandemia. “È un bullo”, ha tuonato Clinton. “Se volete alla Casa Bianca – ha poi detto aggiunto in modo semplice ma efficace – un uomo che passa le ore a guardare tv e a insultare gente sui social, Trump è il vostro uomo. Il nostro partito è unito per offrire una scelta diversa: un presidente che va a lavoro, un uomo semplice,che porta a termine quello che fa. Un uomo con una missione: assumersi le proprie responsabilità, non scaricare le colpe, concentrato, non distratto, che unisce e non divide. La nostra scelta è Joe Biden”.
Ma la vera ‘star’ è stata Jill Jacobs Biden, moglie del candidato, che ha parlato da una scuola di Wilmington, in Delaware. Ha tralasciato gli aspetti politici e, soprattutto, non ha mai nominato Trump. Nel suo discorso ha preferito invece toccare gli aspetti più personali e umani del marito, raccontando la morte del figlio Beau per un cancro al cervello. “Quattro giorni dopo il funerale ho visto Joe radersi e mettersi il completo. L’ho visto guardarsi allo specchio, respirare, tirare indietro la schiena e camminare in un mondo dove suo figlio non c’era più. Ci sono volte che non riesco a capire come abbia fatto, ma ho sempre saputo perché l’ha fatto: per la ragazza che convince la madre a fare uno screening al seno; per la studentessa che ha perso la casa ma trova la grinta per laurearsi; per il bambino la cui madre è un marine di stanza in Iraq e per tutte quelle persone a cui Joe dà il suo numero, quelli con cui parla le ore dopo cena, aiutandoli a sorridere quando affrontano una perdita”.
Mario Bonito