Nelle terza e penultima serata della Convention nazionale del Partito democratico, Kamala Harris ha accettato formalmente la candidatura per la vicepresidenza degli Stati Uniti. È la prima donna nera a farlo e, in caso di vittoria, potrebbe essere la prima ad accettare tale incarico. Proprio “nel centesimo anniversario del suffragio femminile”, ha ricordato lei stessa.
“Possiamo cambiare il corso della storia” dopo quattro anni di “caos, incompetenza e insensibilità” del presidente Donald Trump, ha detto Harris in chiusura della serata. Nel discorso, durato circa venti minuti, ha alternato momenti di grande preoccupazione per il futuro del Paese a racconti personali e familiari, rivolgendosi soprattutto alle donne e alle madri afroamericane e insistendo sul razzismo e sulle disuguaglianze della società americana: “Dobbiamo eleggere un presidente che ci unisca tutti, afroamericani, bianchi, latinos, asiatici, nativi americani, per conquistare il futuro che vogliamo collettivamente”.
Poco prima della Harris, a parlare è stato Barack Obama. L’ex presidente ha attaccato molto duramente il suo successore, accusandolo esplicitamente di essere una minaccia per la democrazia. “Non lasciate che ci tolgano la democrazia”, ha tuonato dal National Constitution Center di Philadelphia, la città dove è stata firmata la Costituzione Usa.
Insolitamente spaventato per il futuro, Obama ha più volte sottolineato l’importanza di queste elezioni, il cui esito “riecheggerà per generazioni” perché “qualsiasi possibilità di progresso” dovrà passare per il voto. E proprio “votate” è l’appello dell’ex presidente: “Questa amministrazione ha mostrato di essere pronta a distruggere la democrazia pur di vincere. Quindi dobbiamo darci da fare”.
Obama ha poi criticato direttamente Trump: “Non ha mostrato alcun interesse nel mettersi al lavoro, nel trovare un terreno comune, nell’usare l’eccezionale potere del suo ufficio per aiutare qualcuno tranne se stesso e i suoi amici. Nessun interesse nel trattare la presidenza se non come un altro reality show”. Comportamenti che hanno causato durante la pandemia “170 mila morti, milioni di posti di lavoro persi, i nostri peggiori istinti liberati, la nostra orgogliosa reputazione nel mondo compromessa e le nostre istituzioni democratiche minacciate come mai prima”.
Nel corso della serata è intervenuta anche Hillary Clinton, memore della scottatura di quattro anni fa, invitando i cittadini americani a non rivotare per Trump. “Abbiamo bisogno di Joe Biden e Kamala Harris – ha detto la Clinton – perché se Trump viene rieletto le cose peggioreranno”.
Tra gli ospiti più importanti anche Elizabeth Warren che, parlando da una scuola, ha pronunciato un discorso pragmatico ed economico molto propositivo. La senatrice del Massachusetts si è concentrata poi sull’importanza degli asili e delle infrastrutture. “Quando i nostri figli e nipoti ci chiederanno cosa abbiamo fatto durante questo periodo buio – ha detto Warren in chiusura – noi dovremo guardarli negli occhi e dire: abbiamo organizzato, insistito e cambiato l’America”.
Mario Bonito