Spunta un ‘tesoretto’ di 800-900 milioni derivante dai minori costi della riforma fiscale, meno onerosa degli 8 miliardi stimati per il prossimo anno. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti di governo, al ministero dell’Economia sono impegnati a fare di conto, ma la stima ammonterebbe a queste cifre, di poco inferiore al miliardo di euro. Si tratterebbe comunque di un bel ‘gruzzolo’, di cui si sarebbe parlato anche nel corso della seconda giornata di ‘consultazioni’ a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e le forze di maggioranza sulla manovra.
Perché il ‘tesoretto’ potrebbe essere investito -probabilmente una parte, se non in toto- proprio per arginare quel rincaro delle bollette che preoccupa tutte le forze di maggioranza, nessuna esclusa. Lo stesso Draghi, intervenendo oggi all’evento ‘Lavoro ed energia per una transizione sostenibile’, nel ricordare quanto fatto dal governo per fronteggiare bollette più salate ha sottolineato come l’esecutivo sia pronto “a continuare a farlo, con particolare attenzione alle fasce più deboli”.
Le richieste avanzate dai partiti però sono diverse e vanno in direzioni differenti. Quindi la ‘plusvalenza’ derivante dalle stime sui costi della riforma fiscale potrebbe anche essere ‘spacchettata’, divedendosi in più rivoli per venire incontro alle richieste della forze di maggioranza. Ma è facile, viene spiegato dalle stesse fonti, che l’intervento più ‘pesante’ vada in questa direzione, un nuovo argine per i rincari di luce e gas. (di Ileana Sciarra e Francesco Saita)