Alla luce delle ultime notizie che emergono intorno al tema, caldissimo, dei contributi a fondo perduto indicati dal DL Rilancio si sta provando a fare chiarezza circa l’iter e le dinamiche attraverso i quali ci si può districare in questo percorso.
Come si compila il modulo e come lo si invia (telematicamente) all’Agenzia delle Entrate e, soprattutto, quali sono i requisiti e chi ha diritto ad ottenere il finanziamento: sono alcune delle più attuali domande nel merito.
Ecco dunque gli aggiornamenti sulla normativa vigente per avere maggior ‘lumi’ circa i soggetti beneficiari, i requisiti e gli importi.
A breve ci sarà la pubblicazione del provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate tramite cui si potranno presentare le domande per i contributi a fondo perduto indicati dal Decreto Rilancio.
Ma come si fa a fare la domanda, da che variano gli importi e quali i requisiti dei beneficiari? Le risposte sono contenute nell’articolo 25 del DL Rilancio, che elenca anche le categorie escluse.
In primis, i contributi a fondo perduto possono essere chiesti dalle partite IVA, mentre i professionisti iscritti agli Ordini e gli autonomi sono esclusi da tale agevolazione.
Quanto al resto, il DL Rilancio ha reso più semplice la modalità di accesso al fondo perduto, ma sono indicare delle sanzioni importanti nei casi di irregolarità.
Lo Stato ha messo in piedi risorse per i finanziamenti a fondo perduto pari a 6.192 milioni di euro per il 2020.
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La misura del contributo a fondo perduto può essere ottenuta dai soggetti che hanno patito danni economici a fronte della crisi sanitaria ed economica dovuta al covid-19, ma previo alcuni requisiti.
In dettaglio, possono ottenere il contributo a fondo perduto i titolari di partita IVA esercenti attività d’impresa, lavoro autonomo e di reddito agrario:
Le ultime due categorie hanno diritto al contributo a fondo perduto anche senza il requisito di riduzione di un terzo del fatturato.
Come visto, sono escluse dall’agevolazione le categorie che seguono:
L’ammontare del contributo a fondo perduto è stabilito prendendo in riferimento una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato di aprile 2019:
Il contributo non rientra tra le cifre che formano della base imponibile delle imposte sui redditi. L’importo minimo del contributo a fondo perduto in ogni caso sarà pari a 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per i soggetti diversi.
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Per poter accedere al contributo a fondo perduto, i soggetti in possesso dei requisiti devono fare domanda all’Agenzia delle Entrate, in via telematica.
La domanda può essere presentata anche da un intermediario abilitato, delegato al servizio dell’Agenzia delle Entrate o ai servizi per la fatturazione elettronica.
È attesa nelle prossime ore l’ufficializzazione del modello insieme alla pubblicazione delle istruzioni, del software di compilazione e del modulo di controllo.
Dal giorno in cui parte la procedura, gli interessati avranno 60 giorni di tempo per presentare la domanda.
L’Agenzia delle Entrate accredita l’importo del contributo a fondo perduto sul conto corrente bancario o postale del soggetto beneficiario.
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Alla domanda per il finanziamento va allegata anche l’autocertificazione di regolarità antimafia: inoltre sono previste pesanti sanzioni nei casi di illecito.
Per chi rilascia false autocertificazioni antimafia sono previsti da due a sei anni di reclusione.
In caso di avvenuta erogazione del contributo, l’Agenzia delle Entrate provvederà al recupero delle somme non spettanti, maggiorate dalle sanzioni dal 100 al 200% dell’importo erogato e non spettante e gli interessi del 4% annuo.
Nei casi di ottenimento del contributo in tutto o in parte non spettante si applica l’articolo 316-ter del codice penale, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni, nei confronti di chi consegue in modo indebito, per sé o per gli altri, contributi, b, mutui agevolati o erogazioni dello stesso tipo concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee.
aggiornamento ore 11,02