Con l’arrivo di Settembre uno dei temi caldi, è quello che fa riferimento al mondo delle università. Una marea di studenti, alle prese con tutte le logiche difficoltà del momento, devono altresì fare i conti con tutta una sequenza di problematiche ‘strutturali’ relativi alle facoltà, tempistiche, procedure e costi e, anche, gli affitti.
Il mese di settembre è da sempre ricordato da tutti gli studenti come quello delle locazioni per gli studenti fuori sede: non solo gli studenti, ma anche molti proprietari di immobili si chiedono quale tipologia di contratto utilizzare, e quali sono le agevolazioni fiscali previste, se ce ne sono. Andiamo a vederci chiaro.
Per l’affitto a studenti universitari è obbligatorio utilizzare il modulo fac-simile per il contratto transitorio, le cui regole su durata e requisiti sono disciplinate dalla legge. In genere è infatti il contratto d’affitto transitorio e a canone concordato (Legge 9 dicembre 1998, n. 431, articolo 5, comma 3) quello più scelto per le locazioni a studenti, tramite il quale si ha diritto a molte agevolazioni fiscali sulla tassazione, partendo dalla possibilità di accedere alla cedolare secca del 10% sul reddito prodotto.
Scarica qui il modulo del modello fac simile del contratto studenti universitari
Non solo i proprietari ma anche gli studenti universitari hanno diritto ad agevolazioni fiscali sull’affitto: con la dichiarazione dei redditi sarà possibile portare in detrazione i canoni corrisposti, ottenendo di un rimborso fiscale di importo fino a 500 euro all’anno.
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Il contratto di affitto per studenti è vincolato a una legge, la n. 431 del 1998, con la quale sono state inserite delle agevolazioni sulla tassazione e regole in riferimento alla durata.
Il modulo è stato da poco aggiornato a fronte delle novità introdotte dal MIT con il decreto del 16 gennaio 2017. Il contratto d’affitto prevede regole anche sulla durata, pensate per andare incontro alle esigenze sia degli studenti che dei proprietari.
Il contratto transitorio per studenti universitari ha una durata minima di 6 mesi e massima di 3 anni, con rinnovo automatico per lo stesso periodo alla prima scadenza. Uno svantaggio è insito nei vincoli in merito alla fissazione del costo dell’affitto.
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Il proprietario di casa non potrà scegliere liberamente quanto far pagare ma il canone mensile dovrà essere b, ovvero stabilito in base agli accordi stipulati dalle organizzazioni sindacali, università e associazioni degli studenti, entro limiti minimi e massimi.
Tale aspetto è tuttavia compensato dai vantaggi sulla tassazione: con il contratto per studenti è possibile optare per il regime fiscale della cedolare secca, con aliquota al 10%. L’imposta dovuta è quindi inferiore rispetto a quanto previsto dall’ordinaria tassazione Irpef e, poi, la cedolare secca sostituisce le imposte di bollo e di registro sia per la prima registrazione che per proroghe o risoluzione dello stesso.
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