Contrabbando di mascherine chirurgiche arrivate dalla Cina, tutti prive del marchio Ce. A scorprire il caso, l’ufficio delle Dogane di Roma 2 con il coordinamento dell’ufficio rapporti con l’Eppo della direzione antifrode, lavoro che ha portato al sequestro preventivo di una somma di quasi 350mila euro pari ai diritti di confine dovuti per il contrabbando doganale di mascherine chirurgiche importate dalla Cina dalla società indagata, avvalendosi in maniera fraudolenta del regime agevolato previsto dalla disciplina emergenziale per le importazioni di prodotti per il contrasto dell’epidemia da covid 19 e destinati ad enti statali e organismi pubblici.
I funzionari hanno accertato che, di un totale di oltre 5 milioni e mezzo di mascherine, soltanto il 60% è stato destinato ad enti aventi diritto all’esenzione mentre il 40% è stato destinato a enti e soggetti privati per i quali non era consentita l’importazione in franchigia. Inoltre i dispositivi importati sono risultati non conformi alla normativa sulla sicurezza e il marchio Ce presente è risultato apposto in modo fraudolento.