Complessivamente, studiando i dati relativi all’andamento del mercato del lavoro, l’Osservatorio sul precariato dell’Inps rivela che con un calo dell1%, a gennaio le trasformazioni di contratti in tempo indeterminato sono risultate 42mila. Di contro però, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono salite le assunzioni (circa 511mila, pari al 7,3%). Al netto figurano al contempo salite del 20% le cessazioni degli apprendisti, del 13,5% quelle a tempo determinato mentre sono calate del 9% quelle a tempo indeterminato. Complessivamente, rispetto al 2016, sono le cessazioni sono aumentate del 2,7%, pari a 368mila. Complessivamente dunque, il saldo annualizzato a gennaio scorso risulta positivo e pari a +351.000. Tale risultato cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+49.000), di quelli di apprendistato (+29.000) e dei contratti a tempo determinato (+268.000). Nello specifico si fa riferimento allaumento di quelle relative ai rapporti a termine (+10,6%), mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono diminuite del 9,2%. Seppur lievemente, sono aumentati anche i licenziamenti, passando dai 46mila del gennaio 2016 ai 46.900 del gennaio 2017. Tra le cause principali: il cambio appalto, quelli per giusta causa o giustificato motivo soggettivo. In netta contrazione invece i licenziamenti per ragioni economiche (-7%). In calo anche le retribuzioni: le assunzioni a tempo indeterminato fatte nel gennaio 2017, segnano una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro(51,9% contro 55,3% di gennaio 2016), perfettamente in sincronia col trend osservato nei mesi precedenti. Complessivamente comunque, sotto il profilo della consistenza dei rapporti di lavoro, a gennaio , prosegue l’Inps, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +142.000, superiore a quello del corrispondente mese del 2016 (+117.000) e inferiore a quello osservato nel 2015 (+162.000).