La posizione del governo Conte e in particolare dell’attuale premier italiano in quanto alla crisi libica è particolarmente netta: “L’unica soluzione è politica“, sintetizza Giuseppe Conte, in quelle che sono ore (e giorni) particolarmente delicate in questo ambito.
“Sulla Libia la linea italiana è perfettamente coerente: l’unica soluzione sostenibile è quella politica, ogni tentazione di imporre l’opzione militare è destinata al fallimento e comunque inaccettabile”: queste le parole chiare del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale si è anche soffermato nel dettaglio su Haftar e sulla posizione che ha personalmente preso al riguardo.
“Ho incontrato più volte Haftar. Allorché mi informò della iniziativa militare gli dissi subito che stava commettendo un grave errore”, ha chiarito il premier. “Gli dissi che la violenza avrebbe generato altra violenza, sofferenze alla popolazione civile e avrebbe attirato terroristi anche da altri scenari di guerra”, ha poi corroborato. Per entrare, subito dopo, ancor più nei dettagli.
“L’Italia ha fatto una scelta ben precisa: siamo disponibili a investire tutto il nostro capitale per indirizzare gli attori libici e la comunità internazionale verso una soluzione politica, ma non siamo disponibili a fornire armi o militari per alimentare un conflitto armato“. E questa posizione, sostiene Conte, conferma la scelta di coerenza della sua amministrazione. “Sul piano politico – ribadisce – la nostra linea è coerente e la nostra presenza è costante”.
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Nello stesso momento Conte ha anche dato conferma dei suoi rapporti di proficua interlocuzione con i governi di Russia e Turchia, per esempio, in questo ambito di lavoro diplomatico e politico.
“In queste settimane e in questi giorni ho sentito Putin due volte e ho incontrato Erdogan e Al Sisi e ho mantenuto un costante contatto con gli altri leader europei.”, ha detto il capo del governo. Per il quale la centralità della posizione della Unione Europea è basilare ai fini di un più fattivo equilibrio nella regione e nella questione libica. “Stiamo lavorato con la massima concentrazione e determinazione per rafforzare il ruolo dell’Ue quale migliore garanzia per un futuro autonomo e indipendente della Libia, privo di ingerenze esterne”.
Ciò non implica un ridimensionamento del ruolo e della amicizia nei riguardi degli USA e del governo Trump. Parola di Conte. “Rimane fondamentale la consultazione con gli Stati Uniti, utile anche per un efficace coordinamento in vista della conferenza di Berlino”.
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Nella sua esposizione, Giuseppe Conte ammette alcune difficoltà che le istituzioni europee hanno incontrato sul fronte libico, pur chiarendo come questo non possa nè debba essere una pregiudiziale.
“Pur consapevoli delle difficoltà incontrate dalle Nazioni Unite nel far avanzare il processo politico, abbiamo sempre sostenuto i suoi sforzi così come l’iniziativa tedesca riguardante la Conferenza di Berlino. Anche Putin ed Erdogan dovrebbero partecipare alla Conferenza, a dimostrazione del loro forte coinvolgimento in questo processo. Questo non significa che parteciperemo tutti alla Conferenza sulla base di una medesima agenda”.
La lucidità della coerenza italiana, su questo è altri temi, è per Conte un elemento di grande forza e fierezza. “Il nostro Paese non ha agende nascoste, questa è la nostra forza. Con qualsiasi attore straniero non ho mai avuto linguaggio o contenuti differenti, la nostra credibilità dipende anche dal fatto che abbiamo avuto sempre una linearità e coerenza di azione e obiettivi. Non siamo sicuri, allo stato, che arriveremo a Berlino con una tregua formalmente sottoscritta. L’importante, comunque, è che si arrivi con un ‘cessate-il-fuoco’ sostanziale”, ha dichiarato infine il premier.
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