Mentre da Bruxelles giungeva la notizia dell’accordo trovato dall’Eurogruppo in merito alle linee di credit del Mes, il premier Giuseppe Conte, era intento a far arrivare il suo video-messaggio a “State of the Union”, quest’anno dedicata al tema ‘Europe: managing the Covid – 19 crisis’.
Un messaggio nel corso del quale, come vedremo, nonostante la preoccupante ‘convinzione’ dei ministri delle Finanze dell’Eurozona intorno al Mes, il presidente del Consiglio si ‘affanna’ a ribadire più volte quanto sia invece ‘fondamentale’ ricorrere al recovery fund.
“La crisi da Covid è una sfida grave e senza precedenti per l’Unione Europea e rende ancor più necessario un approccio al Progetto europeo a prova di futuro – esordisce il premier – Il nostro continente prevarrà solo se sarà capace di rimanere unito e di realizzare una risposta coordinata basata sul principio fondamentale di solidarietà. Se vogliamo superare la crisi sanitaria ed economica – prosegue Conte – una risposta coordinata e basata sulla solidarietà deve essere globale, come ho sottolineato in tutti i fori istituzionali, non solo ai Consigli Europei, ma anche nelle videoconferenze del G7 e del G20 e lunedì scorso alla ‘Pledging Conference UE Coronavirus Global Response’”.
“Inoltre – prosegue il premier – siamo alle prese con uno shock economico simmetrico, a differenza delle crisi del 2008 e del 2010-11. La risposta dunque deve essere diversa da quella adottata nelle citate crisi. Abbiamo bisogno di una risposta appropriata e coraggiosa, invece che di misure e azioni che possano causare ulteriori divergenze fra le economie europee, come accaduto nel 2008 e nel 2010-11. Se non adottiamo e attuiamo rapidamente una risposta europea coordinata basata sulla solidarietà, sul coraggio, su misure straordinarie all’altezza della sfida senza precedenti, sarà lo stesso progetto europeo ad essere in gioco“.
“La Commissione Europea – con la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita, con il Quadro Temporaneo sugli Aiuti di Stato e con la flessibilizzazione dei fondi strutturali – e la Banca Centrale Europea con il Pandemic Emergency Purchase Programme stanno compiendo uno sforzo significativo a sostegno delle economie europee. Sono ora gli Stati Membri a dover fare la loro parte”, aggiunge ancora il premier, che continua, “Le sfide nella crisi attuale sono una ripresa tempestiva e piena delle economie europee interconnesse, il Mercato Unico – che è un pilastro fondamentale dell’Unione Europea – e le catene di valore che sono al cuore dell’industria europea. Dipendiamo tutti gli uni dagli altri e dobbiamo tutti fare affidamento gli uni sugli altri”.
Dunque, rimarca ancora il presidente del Consiglio, ”L’Ue deve dare ai cittadini europei un messaggio chiaro, dimostrando di avere una visione comune di ciò che è necessario per superare l’attuale crisi e per promuovere una rapida ripresa in tutto il continente”. Ed ancora, “il Consiglio Europeo in videoconferenza del 23 aprile scorso è una buona base di avanzamento. I leader europei hanno deciso difatti non solo di rendere operative entro il 1 giugno 2020 le tre proposte concordate all’ultimo Eurogruppo, il programma ‘Sure’, il fondo della Banca Europea per gli Investimenti e il MES. I Leader europei hanno anche concordato di lavorare per la creazione di un fondo per la ripresa e sul fatto che il Fondo è necessario e urgente – sottolinea – e dovrà essere di entità adeguata, mirato ai settori e alle aree geografiche dell’Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti. Ciò significa che il Recovery Fund non è più una promessa e può diventare una proposta concreta”.
Non c’è dunque tempo da perdere secondo Conte, perché ”La sfida cruciale è ora quella di tradurre in realtà il segnale politico sul ‘Recovery Fund’, prima che sia troppo tardi per le economie e per la società del nostro continente – avverte- L’impatto economico della crisi da Covid-19 è gigantesco e drammatico, come le previsioni economiche europee ed internazionali confermano. L’Europa deve agire senza ulteriore indugio per avviare la ripresa economica. A questo scopo, le tre misure – Sure, Bei, Mes – sono insufficienti, ammontando ad una frazione di quanto altre grandi economie, come quella statunitense, stanno spendendo per sostenere le loro imprese e le loro famiglie”.
“Il prestito effettivo del ‘Recovery Fund’ sui mercati, distinto dalle risorse totali che esso mobilita – sottolinea Conte – dev’essere di notevole dimensione, almeno 1 trilione di euro per portare la dotazione totale della risposta economica europea (calcolando Sure, Bei, Mes) in linea con le necessità finanziarie complessive dell’Ue che la maggior parte degli esperti e delle istituzioni – inclusa la Bce – stimano in più di 1,5 trilioni di euro, al netto delle garanzie di Stato”. In tutto ciò, aggiunge, ”il Recovery Fund deve essere basato su un mix equilibrato di ‘loans’ e di ‘grants’, questi ultimi essenziali per evitare ulteriori asimmetrie nei rispettivi stock di debito. Ciò consentirebbe l’effettivo raggiungimento dell’obiettivo della parità di condizioni e corrisponde allo spirito di solidarietà necessario a tradurre le parole in decisioni politiche”. Parliamo di “uno degli aspetti prioritari del Fondo che ci aspettiamo di vedere inclusi nella sua preparazione. Quanto alla sua missione – tiene a ribadire – il Fondo è fondamentale per garantire parità di condizioni fra Stati Membri mentre affrontiamo la grave crisi economica e prepariamo la ripresa”.
Dunque, insiste ancora il presidente del Consiglio, “per il Recovery Fund il meccanismo di finanziamento dovrebbe essere con scadenza a molto lungo termine – almeno 25 anni – per spalmare nel tempo i significativi costi di breve termine“.
Quindi per Conte, “un ‘front loading’ del Recovery Fund è necessario con urgenza, come ponte per anticipare parte delle risorse alla seconda metà del 2020, perché il Fondo dovrebbe essere collegato al prossimo Quadro Finanziario Pluriennale. Sarà di fondamentale importanza che tutti gli Stati Membri siano pienamente coerenti con la loro responsabilità politica sia sul Recovery Fund, sia sul Quadro Finanziario Pluriennale. Ulteriori ritardi sul Fondo e sul Quadro Finanziario Pluriennale metterebbero in pericolo l’avvio di una piena ripresa economica. In questa fase cruciale per l’Europa – conclude infine il premier – non siamo di fronte ad un negoziato a somma zero. Non ci saranno vincitori e sconfitti. O vinceremo tutti, o perderemo tutti. Il risultato dell’ultimo Consiglio Europeo mostra che l’Unione Europea può essere all’altezza dei suoi valori e dei suoi doveri se riesce a collegare il concetto di solidarietà col meno romantico concetto di comunità di interessi. Quando ciò accade, l’Unione evita di fallire nelle decisioni ambiziose”.
Max