Conte: Governo non cadrà, ed è esclusa patrimoniale afferma. E intanto Boccia spara: Serve un piano shock per economia. Dunque il premier Conte non vede “l’instabilità politica” di cui ha parlato l’agenzia Fitch e ribadisce: Andremo avanti, continueremo anche dopo le europee, ribadendo il suo no alla patrimoniale come detto. Il presidente di Confindustria, invece, si ritiene preoccupato per lo stato delleconomia e afferma: La ripresa non cè.
“Il governo non cadrà”. Ne è sicuro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiarisce in queste ore il concetto: Il governo terrà: anche dopo le europee. Una certezza che va in controtendenza rispetto a quanto sostenuto sullItalia dallagenzia Fitch che venerdì ha confermato il rating dellItalia ma indicandone le complessità dovute in larga parte allinstabilità politica. Addirittura ipotizza elezioni anticipate in questo 2019, replica Conte. Questa instabilità non riesco proprio a vederla. Per questo rimango convinto che andremo avanti. La spinta per il cambiamento e le riforme non si è ancora esaurita”. Il primo ministro, dopo il vertice Ue-Lega Araba, sulla tassa patrimoniale sottolinea: “È assolutamente esclusa”.
Carica anche il vice Luigi Di Maio: Le agenzie facciano il loro lavoro ma non esprimano giudizi politici. Il governo è saldo, va avanti e non ci sarà nessuna sorpresa dopo le europee né alcuna manovra bis. Idee del tutto diverse quelle del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che spinge per misure coraggiose per leconomia e per la riapertura immediata dei cantieri delle opere. “Il che non avrebbe alcun impatto sul deficit pubblico e creerebbe centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro”. Per Boccia “siamo di fronte a un oggettivo ed evidente rallentamento dell’economia – globale, europea, tedesca – e i dati di dicembre e gennaio ci confermano che purtroppo subiamo quest’andamento più di tutti. Negare l’evidenza e la realtà non serve. Esserne consapevoli è la precondizione per reagire quanto prima”. Boccia è negativo circa l’attualità e sostiene che al momento le aziende italiane non vedono la ripresa e sudano contro i cali di fatturato: “L’eventuale effetto sulla domanda interna auspicato dal governo non basterà a contenere il rallentamento dell’economia. Per il presidente degli industriali, quindi, occorre fare anche altro, non si può prescindere dalle ragioni dello sviluppo. Perché la questione sociale si deve affrontare puntando sullo sviluppo. Dobbiamo combattere la povertà, non rischiare di far aumentare gli attuali cinque milioni di poveri”.