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Conte-M5s: un ‘matrimonio troppo complicato’, l’ex premier potrebbe rispolverare l’idea di un suo partito

Ancora oggi non si capisce perché, nel pieno del suo momento di maggiore popolarità (quando i sondaggi lo davano come il leader preferito dagli italiani), non ha dato seguito al più volte ‘ventilato’ – nell’allora suo entourage – progetto di costituire un ‘suo’ partito, scegliendo invece di confluire in un M5s, nel suo peggiore periodo di confusione. Molti infatti ricorderanno la lunga e sofferta vigilia dalla scissione da Casaleggio, con Crimi che invocava regole e ‘doveri’ (snaturando così di fatto l’immagine di un movimento, sempre più partito), per arginare l’anarchia dei deputati (poco disposti a versare quanto pattuito), e per giunta in aperto conflitto con la linea interna.

Le distanze di vedute fra Grillo e Giuseppi sono siderali, occorre una mediazione impegnativa

Nonostante tutto ‘Lui’, ha ugualmente tenuto duro, incoraggiato dal quasi 70% degli iscritti che lo vede come il leader ideale per il M5s, ma nonostante i ripetuti tentativi di trovare un ‘dialogo costruttivo’ col garante Grillo, ogni giorno che passa Giuseppe Conte sembra invece allontanarsi sempre più dal Movimento. O, almeno, da ‘questo’ Movimento.

E pensare che, come dicevamo sembrava fatta e, oltre ad aver anche indicato una eventuale location per dare l’annuncio ufficiale (nel cuore della Capitale), l’ex premier aveva anche tirato giù decine di pagine dove si spiegava per filo e per segno ciò che il M5s sarebbe dovuto divenire con Lui al comando.

Se il 70% dell’elettorato M5s lo vuole, non è escluso che finisca per ‘seguirlo altrove’

Dunque, dopo un ‘silenzio’ lungo diversi mesi, in queste ore ha ripreso a girare la possibilità di un ‘partito Conte’, anche se, visto che Grillo a giorni è atteso nella Capitale, non è escluso un ‘incontro riparatore  in zona Cesarini’. Ma le distanze permangono, Grillo è ‘nero’ per la mancata presenza di Giuseppi in quel dell’Ambasciata cinese, e fonti interne ribadiscono che “Il Movimento è biodegradabile se il braccio di ferro con Conte non rientra, magari è arrivato il momento…”, e Conte ha espresso la sua lontananza dall’attuale statuto.

Fra Grillo e Conte poi la ‘questione Rousseau’, con Casaleggio pronto a replicare…

Oltretutto, altra ‘grana’ non da poco, anche la possibile ‘guerra legale’ con Casaleggio, in merito alla richiesta che la votazione sul neo-statuto del M5S si celebri sulla piattaforma Rousseau e non sul nuovo portale telematico. Non a caso, intervistato inserito dal Tg4, Casaleggio ha affermato che “Il problema che vedo sulla votazione imminente è quello della legittimità. Lo statuto del Movimento prevede che le votazioni vengano fatte e verificate da Rousseau. Quindi potrebbero esserci diversi ricorsi…“. Insomma i guai non mancano, per non parlare poi del ‘non voto’ circa l’elezione dei membri del Comitato direttivo, ancor oggi in sospeso. Infine, con Rousseau allo ‘sbando’, attualmente non è più possibile ne iscriversi e né cancellarsi dal Movimento e, per ovvi motivi, anche questo potrebbe dare adito a noie legali: nessuno infatti gestire in questo modo i dati personali di migliaia di persone, tenendoli fermi a lungo.

Intanto Conte, riposto il ‘progetto’ nel cassetto, ha dalla sua l’opportunità di costruirsi un ‘suo’ partito, contando proprio ‘sull’elettorato’ M5s…

Max

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Max Tamanti