Arrivano pesanti come macigni e risuonano come un profondo ammonimento o, secondo alcuni, la certificazione di una crisi che, irrevesibilmente, e´destinata a esplodere in tutta la sua gravita´. Il premier Giuseppe Conte, nell´attesa conferenza stampa di Palazzo Chigi non le manda certo a dire e, dopo aver comunicato di aver ´importanti´ concetti da esternare, ha tenuto fede alla promessa.
E l´ha detto: chiaramente. “Basta provocazioni o mi dimetto“. Per poi corroborare il concetto in tanti altri modi, toccando tanti punti. In primis, il rispetto dei vincoli com l´Europa. ´´Regole Ue vanno rispettate”
Il presidente del Consiglio in poche parole si spende, anima e corpo, in un lungo e corposo dialogo aperto agli astanti, da Palazzo Chigi, che tuttavia suona come un evidente messaggio ai naviganti: i principali. Da una parte Salvini, dall´´altra Di Maio, nell´identica rilevanza nello scacchiere delle importanze circa la continuita` della tenuta governativa.
Rivolgendosi in maniera diretta ai due vicepremier, il capo del governo Giuseppe Conte ha detto basta e l´ha fortemente ribadito. O la si pianta coi litigi, o si dimettera´. E sara´ crisi.
Dunque stop ai continui litigi: “Voglio una risposta chiara e rapida”. E poi, su tutti gli altri temi, a ruota, Conte é chiaro. Sulla Tav: “O si trova un’intesa con la Francia o il percorso è segnato”. E sui risultati di doverno, che difende rispetto a quanto fatto nel primo anno di vita.
Aggiornamento ore 06,15
Non fa sconti, ne´ giri di parole il premier Conte in questa sua corroborata enciclica governativa: “Non possiamo lavorare se continuano polemiche e freddure sui social”, dice.
Parole chiare, nette, inequivocabili quelle del premier Giuseppe Conte. E un concetto che domina su tutti, e si prende inevitabilmente la scena. Quello delle dimissioni.
Evocate, non invocate dai colleghi di governo certo, ma minacciate com un elevato tasso di credibilita´.
Nel suo importante discorso agli italiani, Conte há ribadito un concetto che, in molti, in seno al governo, conoscevano gia´. Ma un conto e´ dirlo nelle stanze dei bottoni, un altro invece e´farlo apertamente in pubblico. E Conte há avuto la forza della coerenza della propria funzione istituzionale.
In poche parole, alla luce delle tante, troppe polemiche di queste settimane e dei contrasti tra le due anime di questo governo, Conte ha ammesso di non intendere farsi consumare dalla situazione di crescente contrapposizione tra M5S e Lega.
“Non mi presto a vivacchiare, a galleggiare. E sono pronto a rimettere il mio mandato nelle mani del presidente della Repubblica”. Lo dice dalla Sala dei Galeoni a Palazzo Chigi.
Aggiornamento ore 08,31
Quello di Giuseppe Conte e´ un concetto espresso con grande franchezza. Un no, un forte basta al clima da campagna elettorale. Cosi´come ´uno stop alle continue contrapposizioni tra l´uno e l´altro ministro in quanto alla continua tendenza, da parte di tutti loro, di ´invadere´ le aree di competenza.
E poi, su tutti i temi, quello di estrema attualita´, relativo alla necessita´ di rispettare le regole dell’Unione europea. In buona sostanza, quello di Conte non é´tanto un discorso agli italiani, ma ai due vicepremier: “Alle forze politiche chiedo una risposta chiara e rapida”.
Manca, pero´, una tempistica in merito alla sua pazienza. E non tardano ad arrivare le risposte dei due leader. “Andiamo avanti se tutti mantengono la parola, non abbiamo tempo da perdere”, há detto di Salvini. Che pero´ poi avverte: “Sui vincoli Ue il voto ha parlato chiaro”.
E Di Maio? Su facebook, il vice premier grillino invoca una riunione di emergenza, sulla quale ancora non c´e´ convergenza di data.
Aggiornamento ore 11.37