In diretta da Montecitorio il premier Giuseppe Conte sta spiegando i motivi che hanno spinto il governo ad operare una riapertura graduale delle attività produttive e l’allentamento delle restrizioni sociali: “Stiamo affrontando un’emergenza che sta mettendo a dura prova tutte le democrazie avanzate. Siamo costretti a riorganizzare modelli di vita e sviluppo, programmare un piano di rilancio economico.
Un recente rapporto del comitato tecnico-scientifico, pubblicato anche sui giornali, che coadiuva l’azione di governo, vien stimato che l’apertura simultanea dal 4 maggio porterebbe ad un amento incontrollato dei contagi. Ad il tasso R0 è stimato da 0,5 a 0,7, se questo numero superasse di poco il numero 1 le terapie intensive verrebbero saturate. L’impatto sul sistema sanitario sarebbe devastante e si rifletterebbe sul piano economico portando ad una situazione ancora più difficile di quella di oggi”.
“Questo non è un piano elettorale”
Ha proseguito Conte: “Gli esperti ci indicano che sono quattro le principali fonti di contagio: la famiglia, la scuola, i contatti sociali e posti di lavoro. Per evitare un nuovo incremento dei contagi il governo ha deciso di aprire gradualmente le attività lavorative.
Il governo non può assicurare il ritorno immediato alla vita precedente. Ci piacerebbe, ma dobbiamo essere consapevoli che il virus sta circolando nella nostra comunità. Abbiamo 105.000 contagiati e gli asintomatici potrebbero essere molti di più. Per ottenere consenso sarebbe facile riaprire tutto e consentire un immediato ritorno a scuola e i contatti sociali. Ma questo non è un piano elettorale destinato a raccogliere il consenso”, ha concluso il premier.
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