Non ci sono garanzie sulla tenuta e sulla continuita´ di governo. Via ai sorrisi, via alle facciate di rappresentanza. Giuseppe Conte é laconico, schietto, e non fa giri di parole circa le varie eventualita´ a cui la attuale situazione di disordine interno e di contrapposizioni si sta sta esponendo il governo da lui presieduto. Compreso il KO. E´ la summa di tutto il discorso che, da Palazzo Chigi, Giuseppe Conte ha voluto esternare nelle ore caldissime post festa della Repubblica.
Tra i motivi per cui il governo potrebbe cadere e, lui, dimettersi, c´e´ il problema tra Italia e Europa. In quello che e´ suonato come un ultimatum, Conte ha sentenziato: “Trattativa con la Ue o lascio”.
Dunque per Giuseppe Conte la strada per continuare a governare passa solo per una via. A Lega e 5Stelle il compito di assumersene la responsabilita´´: “È compito delle forze politiche decidere” ammette, in termini di scelta, appunto, circa il voler continuare com l’azione di governo oppure no. Ecco, qui, che arriva la sua esplicita richiesta. “Chiedo una risposta chiara inequivoca e rapida. Il Paese non può attendere”.
Aggiornamento ore 6,10
Sono, ad ogni buon conto, diversi i temi attorno ai quali Conte si sofferma nella sua corposa chiamata alle ´armi´ politicamente parlando. Dai chiarimenti sullo sblocca-cantieri alle difficolta´ che in Parlamento si stanno incontrando circa i decreti. E poi, sul tema annoso della Tav. Okay ad una intesa con la Francia o il percorso è segnato, dice Conte in sintesi.
Se alcuni punti del suo intervento non piacciono ai leghisti, di certo invece, quello sulla Tav non piace ai 5Stelle. “Ho detto che la Tav oggi così com’è non la farei. Non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso e o trovo un’intesa con la Francia e la Commissione europea o il percorso è bello e segnato”.
Dalla parte opposta, la stoccata e´ sulla flat tax. Conte suggerisce alla Lega: può essere parte solo “di una più ampia riforma fiscale“. E´anche in questi termini che Giuseppe Conte sottolinea, con parole ferme e inequivocabili, il proprio ruolo di capo del governo super partes.
Aggiornamento ore 10,23
E´questo, nei fatti, uno dei concetti attorno ai quali Conte ha maggiormente costruito il suo discorso. “Non ho mai giurato fedeltà né mi è stata chiesta alcuna attestazione di fedeltà dal Movimento Cinque Stelle”, ha ammesso. “Ho interpretato che fosse un movimento sano ma non mi sono mai iscritto, sono un indipendente”.
Quanto al suo ruolo da premier, Conte sostiene come “legittimamente possono attribuirmi una targa, ma io sono a posto con la mia coscienza“. Al contrario “ci sono stati momenti in cui esponenti 5 stelle sono rimasti dispiaciuti per tante decisioni che ho preso”.
In questa ottica arriva la sua richiesta di rispetto circa il suo ruolo di capo del governo, oltre alla invocazione, in serata di un incontro a Palazzo Chigi per discutere dello Sblocca-cantieri e del noto emendamento leghista che blocca per due anni il codice degli appalti.
La conseguenza pero´ e´ pessima. Non ci sono accordi, niente da fare, ed é rottura evidente e, forse, un messaggio circa le ripercussioni del suo discorso e del futuro a cui va incontro questo asse di governo. “Ce ne andiamo tutti a casa”, avrebbe spifferato alla fine Conte.
Aggiornamento ore 12,45