(Adnkronos) – “Sicuramente la nomina della presidente Sciarra è una buonissima notizia per noi che ci occupiamo di diritti, resta l’amarezza di un Parlamento troppo spesso immobile sulle grandi questioni che riguardano la vita delle persone, troppi parlamentari scelgono la strada di decidere e di non decidere”. Così Monica Cirinnà, senatrice Pd, commenta l’elezione della neo presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra guardando in particolare alla sentenza 32 del 2021, di cui la Sciarra era relatrice, che nel definire intollerabile il vuoto di tutela per le bambine e bambini delle famiglie Arcobaleno, invita il Parlamento a provvedere. “Il mio auspicio – afferma all’Adnkronos – è che il prossimo Parlamento, anche sulla legge sul cognome della madre, possa e voglia ottemperare a quanto indicato dalla nostra Corte costituzionale. E che non si consegni all’inutilità”.
“Mi auguro che la Corte non cambi strategia e che continui ad essere un faro nella nebbia del Parlamento occupandosi di tutti quegli ultimi a cui la politica non da risposte. Penso soprattutto ai detenuti, penso a tutte le persone più fragili, che sono spesso abbandonate in una periferia che non è una periferia urbanistica ma dell’anima, a cui la politica non da più nessuna risposta. Purtroppo siamo pochi a pensarla così ed io temo – rimarca – che il vento nero che scuote il Paese possa avere il sopravvento in questo momento. Spero che non accada”.
“Ma quando i cittadini chiedono diritti e la politica e il Parlamento non glieli riconoscono – prosegue Cirinnà – hanno come unica strada quella di adire la Magistratura, fino all’ultimo grado che è appunto la Corte costituzionale. Ed ogni qualvolta che la nostra Corte costituzionale, ma penso anche alla Corte europea sui diritti dell’uomo, si sono trovati davanti a un quesito sui diritti negati hanno sempre sentenziato a favore del riconoscimento dei diritti. Questo vale sicuramente per i bambini delle famiglie Arcobaleno ma vale anche per il fine vita e per i diritti che afferiscono alla salute e anche alla dignità dell’ultima fase della vita, la dignità della morte”. (di Roberta Lanzara)