Le premesse non erano delle migliori, e questo lo sapevamo forse, visto l’ottimismo che sembrava trasparire dai diversi protagonisti al loro arrivo a Bruxelles, si sperava in un avvio dei lavori più ‘soft’, comunque non impostato da subito in salita. E’ vero che in ballo c’è il futuro – soprattutto economico dell’Europa – ma, per quel che ci riguarda, ora è quello dell’Italia a starci a cuore, e dunque, qualsiasi soluzione che diverga del pacchetto articolato dal Recovery Plan e dall’Mff 2021-27, in realtà poco ci interessa.
A fine lavori il nostro premier ha spiegato che “in molti interventi il clima è quello della consapevolezza che dobbiamo assolutamente raggiungere un risultato. Purtroppo è fumata nera, ma c’è ancora da lavorare domani (riferendosi ad oggi, ndr)”.
Quindi Conte ha aggiunto che “la Germania ha avuto un grande ruolo. Nel dibattito interno tedesco c’era molta contrarietà a uno strumento fondato sul debito come il Recovery Plan. La leadership di Angela Merkel ha avuto un grande ruolo per orientare il suo Paese verso questa soluzione. E Germania e Francia – ha ricordato Conte – hanno proposto per primi, ufficialmente, i 500 mld di sussidi. La Germania sta giocando un ruolo importante, ma adesso abbiamo ancora dei dettagli sui quali metterci d’accordo“.
Dunque “c’è ancora da lavorare, le divergenze ancora ci sono”, ammette il nostro presidente del Consiglio, che prosegue “Stiamo parlando del Quadro finanziario pluriennale dei prossimi sette anni e di uno strumento innovativo come Next Generation Eu. Ci sono tanti aspetti tecnici da approfondire e delle divergenze che obiettivamente non siamo ancora riusciti a superare”. Del resto, spiega ancora il premier, l’idea di ricorrere ad una sorta di ‘freno d’emergenza’, dando corpo – in mancanza di un accordo comune – ai piani nazionali di ripresa e resilienza, ”non va bene all”Italia. Io stesso ho rappresentato, nonostante la generosità dell’impegno e dello sforzo del presidente del Consiglio Europeo (Charles Michel,ndr), che è una proposta che non riteniamo spendibile”. E Conte racconta di aver “avanzato una proposta italiana alternativa, ma abbiamo ancora bisogno di lavorare”. Anche perché, spiega, “il ‘freno di emergenza’ riguarda la governance per la fase attuativa dei piani, ma ci sono anche altri aspetti dei quali stiamo discutendo. Non si tratta di porre il veto. L’Italia è molto ambiziosa, non solo per difendere i propri interessi, che è senz’altro vero, ma anche perché difende una proposta della Commissione”.
A testimonianza di un vertice davvero complicato ed insidioso, il premier rivela che ”Stiamo difendendo le prerogative della Commissione: siamo anche disponibili ad entrare nella logica della revisione di qualche dettaglio, ma non ad accettare una soluzione di compromesso che alteri non solo l’equilibrio tra le istituzioni europee, che per noi è una linea rossa, ma anche l’ambizione, per quanto l’ammontare dell’intervento con il Recovery e anche il bilanciamento interno tra sussidi e prestiti. Dobbiamo essere chiari: serve un programma che favorisca la ripresa europea. Deve avere caratteristiche di adeguatezza, proporzionalità ed effettività. Se manca uno di questi aspetti, vuol dire che non è ben strutturato né funzionale. Il programma deve essere effettivamente perseguibile: se frapponiamo ostacoli operativi lo rendiamo inefficace e non serve a nessuno”.
Esattamente come ci si aspettava, l’Olanda non ha fatto altro che porre continuai veti ma, assicura Conte, ”Nulla è incrollabile nella vita, vediamo domani….”. Quindi il Capo dell’esecutivo italiano afferma che la nostra proposta sulla governance dei piani nazionali di ripresa e di resilienza, “era per elaborare un coinvolgimento anche del Consiglio, ma rispettoso delle prerogative della Commissione Europea, cui in base alle previsioni comunitarie, spetta la prerogativa dell’attuazione del bilancio”. Tuttavia, precisa ancora, “Su questo non si può transigere: è una funzione che i trattati riconoscono alla Commissione. La nostra proposta consentiva comunque al Consiglio di formulare delle osservazione critiche per sollecitare, da parte della Commissione, una maggiore attenzione”. Il premier saluta tutti per andare finalmente a riposare dopo tanto stress, e qualcuno domanda se si arriverà all’approvazione all’unanimità in Consiglio, come chiedono gli olandesi? “Non esiste”.…
Max