(Adnkronos) – Da un lato la questione dell’allargamento della Ue ai Balcani occidentali e il sostegno all’Ucraina nella guerra di aggressione iniziata dalla Russia nel febbraio del 2022; dall’altro, la revisione del Quadro finanziario pluriennale 2021-27. Questi i due macro-temi che la premier Giorgia Meloni troverà sul tavolo del Consiglio europeo di oggi e domani, a Bruxelles. Un appuntamento preceduto dal vertice Ue-Balcani occidentali che ha visto impegnata ieri sera l’inquilina di Palazzo Chigi insieme agli altri leader.
Al termine del vertice c’è stato un lungo faccia a faccia informale tra la premier e il presidente francese Emmanuel Macron. La presidente del Consiglio e il numero uno dell’Eliseo, che alloggiano nello stesso hotel, si sono incontrati in una sala per fare il punto sui principali dossier europei. Al colloquio si è aggiunto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Un colloquio informale quello tra i tre leader.
L’incontro con Meloni e Scholz è andato “molto bene”, c’è stata “un’ottima discussione”, ha detto ai cronisti Macron, al termine dell’incontro. Il veto di Orban sull’ingresso della Ucraina nella Ue? “Sono ottimista, siamo tutti volenterosi”, ha aggiunto il numero uno dell’Eliseo.
Si lavora intanto a un incontro bilaterale tra la premier Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban a margine del Consiglio, si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
Sullo sfondo del summit Ue resta il tema della riforma della governance economica europea: l’argomento non è all’ordine del giorno del Consiglio europeo, ma potrebbe essere menzionato dopo l’ultimo Ecofin dell’8 dicembre e in vista della riunione straordinaria della prossima settimana.
Ma è la questione dell’allargamento della Ue il primo grande ‘topic’ in agenda. Come sottolineato da Meloni in occasione delle sue comunicazioni alle Camere, il governo italiano sostiene con convinzione la raccomandazione della Commissione di aprire i negoziati per l’adesione di Ucraina e Moldova, paesi pesantemente colpiti dalla guerra scatenata da Vladimir Putin. Roma è d’accordo anche con la concessione dello status di candidato alla Georgia, che ha presentato domanda di adesione alla Ue, e per quanto riguarda i Balcani occidentali appoggia “fermamente” il cammino europeo della Bosnia Erzegovina. Infatti, sottolineano fonti diplomatiche italiane, il governo Meloni è impegnato a Bruxelles “a far valere un approccio strategico” ai Balcani occidentali, che tenga conto, “pur nella complessità delle sfide che l’area presenta”, della necessità di fornire ai paesi della regione una chiara prospettiva di integrazione europea.
Venendo al dossier ucraino, nel vertice di Bruxelles sarà ribadito il sostegno comune a Kiev. L’Italia in particolare continuerà a rimarcare la sua vicinanza al paese di Volodymyr Zelensky, altro punto evidenziato da Meloni nel suo intervento alla Camera e al Senato. La premier, alla vigilia del Consiglio europeo, ha avuto una conversazione telefonica con Zelensky. Meloni – viene riferito da Palazzo Chigi – ha confermato il sostegno del Governo italiano in ogni ambito alle Autorità e alla popolazione ucraine.
Ma su temi come l’ingresso di Kiev nella Ue non c’è affatto unanimità tra i 27. Il veto del premier ungherese Viktor Orban potrebbe infatti impedire l’entrata dell’Ucraina nella famiglia europea. Sulla questione è intervenuto ieri il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, al suo arrivo all’Europa Building: “Incontrerò il primo ministro Orban oggi. Sto lavorando notte e giorno per raggiungere delle decisioni positive, perché i temi in agenda sono estremamente importanti per il futuro del progetto politico dell’Unione europea. Dobbiamo tenere conto di tutte le sensibilità, ma essere uniti ed esprimere il nostro supporto per l’Ucraina e per fare dei passi avanti verso l’allargamento della Ue”, le parole di Michel. Ma il capo del governo ungherese per ora non arretra: “La rapida adesione dell’Ucraina all’Unione europea” secondo Orban “avrebbe conseguenze devastanti”. Nel frattempo, anche per ‘agevolare’ le trattative, la Commissione europea ha sbloccato 10,2 miliardi di fondi di coesione per Budapest.
L’Ucraina sarà centrale anche nei negoziati sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale. Le priorità per l’Italia sono: il sostegno finanziario a Kiev; risorse aggiuntive adeguate per attuare il nuovo Patto asilo e migrazione e investimento nelle collaborazioni con le nazioni del Vicinato Sud “per costruire partenariati paritari di lungo periodo”; maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi di Coesione.
Nel ‘menu’ del summit anche il conflitto in Medio Oriente: l’Italia continuerà a spingere per la soluzione dei due Stati, con l’obiettivo di garantire “un orizzonte politico solido” al popolo palestinese insieme alla sicurezza per Israele. Si parlerà inoltre di sicurezza, difesa (tra i leader c’è un sostanziale consenso sulla necessità di aumentare gli investimenti nel settore) e migranti, tema cruciale per il governo Meloni, impegnato a costruire, sia in Italia sia a Bruxelles, una risposta “strutturale” uscendo dalla logica dell’emergenza.
Da sciogliere anche l’annoso tema della riforma del Patto di stabilità. In vista del nuovo Consiglio Ecofin straordinario della prossima settimana, non è escluso che il tema possa essere sollevato a grandi linee anche in sede di Consiglio europeo, in particolare per dare mandato ai ministri di chiudere i negoziati entro la fine dell’anno. La premier Meloni ha affermato anche ieri che sulla trattativa ci sono “spiragli” ma non ha escluso l’arma del veto: “Credo che alla fine si debba dare una valutazione di ciò che è meglio per l’Italia, sapendo che se non si trova un accordo noi torniamo sui parametri precedenti”, ha detto in Senato la leader di Fratelli d’Italia.