CONFLITTO INTERESSI: RIAPERTO DOSSIER, PREPARA UN DECALOGO PD


Si riapre il dossier sul conflitto di interessi. Dopo una lunga pausa durata mesi, la commissione Affari costituzionali della Camera ha ripreso l’esame del provvedimento. Ad occuparsene sarà un comitato ristretto, che negli obiettivi del Pd dovrebbe approvare nel giro di qualche settimana un nuovo testo per fare in modo che entrambi i rami del Parlamento possano dare un primo ok entro agosto. Il lavoro nel merito ripartirà da un documento, ’un decalogo’ come è stato soprannominato, che sarà messo a punto dai Dem, in quanto principale partito della maggioranza, e che dovrebbe servire da canovaccio per il dibattito. Ad elaborarlo sarà il deputato del Pd Francesco Sanna, che ha ricevuto l’incarico dal presidente della commissione e relatore al provvedimento Francesco Paolo Sisto. Il decalogo potrebbe essere già pronto a breve, quando potrebbe esser consegnato ai gruppi parlamentari perché possano approfondire i vari capitoli mentre una nuova riunione potrebbe tenersi tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. Il tema sul tavolo è molto complesso e, nonostante i numerosi tentativi, sono anni che una riforma in questo settore non viene portata a termine.Per il Pd l’obiettivo sembra essere chiaro: si tratta di modificare la legge Frattini evitando il rischio di dare vita, spiega Sanna, a una ’’giurisprudenza creativa’’. Il che, tradotto, vuol dire che il decalogo punta a delineare norme che definiscono i profili e le condizioni per cui un soggetto si ritrova in conflitto di interessi superando il criterio per cui il conflitto di interessi interviene solo sugli atti. Ipotesi che però non è particolarmente gradita a Forza Italia. Altri temi chiave sono poi la definizione dei soggetti a cui applicare la norma: si tratta di decidere se far valere le misure solo per i componenti del governo o anche per i deputati, andando dunque a toccare il regime delle incompatibilità; così come occorre stabilire quali debbano essere le sanzioni, in quale modo debbano essere graduate (“Non tutti i conflitti di interesse – dice sempre Sanna – sono uguali”).