ECONOMIA

Confindustria Moda al Governo: “Urgono azioni immediate”

Il quinto incontro del ‘Tavolo della Moda’, tenutosi alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha esaminato le risposte governative alla crisi che dal 2023 colpisce duramente l’industria della moda, tessile e abbigliamento. Claudia Sequi, rappresentante di Confindustria Moda, ha sottolineato la necessità di un supporto concreto per le imprese del settore della pelletteria e degli accessori moda, che attraversano un periodo difficile. Sequi ha affermato che la collaborazione con il governo è essenziale per trovare soluzioni adeguate.

Sequi ha proseguito dicendo che il settore, composto da circa 11.500 aziende con un fatturato annuo di circa 33 miliardi di euro, sta affrontando sfide senza precedenti. Ha spiegato che la partecipazione ai vari incontri del Tavolo Moda è stata fondamentale per esporre le difficoltà legate all’inflazione e all’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, che hanno reso insostenibili i costi finanziari per molte imprese. Il tasso Euribor a 3 mesi ha raggiunto il 3,705% a luglio 2024, un incremento di oltre 4 punti percentuali rispetto a due anni fa, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria delle aziende e deteriorando il ciclo del capitale circolante.

Questa condizione, secondo Sequi, sta soffocando le imprese. In un contesto geopolitico instabile, con due conflitti vicini all’Europa e ripercussioni anche in Italia, il rischio di perdere la produzione manifatturiera, di cui il paese è giustamente orgoglioso, è concreto. Le aziende sono in difficoltà e molte rischiano la chiusura. I dati confermano le preoccupazioni: nei primi quattro mesi dell’anno, l’export del comparto accessori moda è diminuito del 7,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, le previsioni per il breve termine non sono incoraggianti, con un ulteriore calo delle vendite all’estero a maggio 2023 che potrebbe portare a un -8,5% nei primi cinque mesi dell’anno.

Aggiornamento ore 12.00

Il calo produttivo, iniziato negli ultimi mesi del 2023, ha portato a un aumento significativo delle richieste di cassa integrazione. Nei primi sei mesi del 2024, le ore autorizzate di Cig sono aumentate del 138,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo quasi 18 milioni di ore. Questi livelli sono secondi solo alle autorizzazioni record dei primi semestri del 2020 e del 2021 durante la pandemia, e sono 4,5 volte superiori a quelli del 2019 pre-pandemia.

Aggiornamento ore 13.00

Sequi ha apprezzato l’intervento del governo a sostegno della moda, riconoscendo l’importanza del settore a livello mondiale, ma ha insistito sulla necessità di ulteriori azioni. Il governo ha annunciato tre misure: la ristrutturazione del debito, la risoluzione della questione del credito d’imposta per la ricerca e sviluppo, e il pieno riconoscimento degli ammortizzatori sociali. Sequi ha espresso accordo con il riconoscimento della crisi e l’estensione dei termini di rimborso dei prestiti garantiti. Tuttavia, ha giudicato irrealistica la proposta di riduzione del 50% dell’importo da riversare per il credito d’imposta e ha chiesto di ridurre la percentuale al 30%.

Sull’argomento degli ammortizzatori sociali, Sequi ha evidenziato una discrepanza tra la visione del governo e la realtà delle aziende, molte delle quali hanno esaurito le disponibilità di questi strumenti. Ha concluso sottolineando l’importanza dei distretti produttivi, che generano valore aggiunto per produzione e consumatori, e la necessità di un intervento governativo per evitare la perdita di competenze, qualità e posti di lavoro, mettendo a rischio il prestigioso Made in Italy.

Aggiornamento ore 17.00