CALCIO

Conferenza addio Totti: quando e dove vederla

Due addio nel giro di due anni, uno più doloroso dell’altro, sempre della stessa persona. Francesco Totti lascerà (di nuovo) la Roma, questa volta in maniera definitiva. Se quando ha appeso gli scarpini al chiodo il conforto della sua presenza ha limitato in parte il suo eclissarsi come calciatore, le parole di oggi lasceranno un vuoto che sarà forse impossibile colmare.

L’addio dell’ex capitano giallorosso era nell’aria da tempo, i motivi abbastanza chiari. Poco peso specifico nelle scelte della società e la figura ingombrante di Franco Baldini, da sempre avversa allo stesso Totti. A rendere chiare le sue idee sarà però l’ex numero 10 in una conferenza stampa che andrà in scena nella sala del Coni alle 14 di oggi 17 giugno: la conferenza sarà visibile in tv in chiaro su Rai 2 e su Sky Sport.

Totti, un addio amaro

Totti dirà di nuovo addio, lo farà probabilmente con la voce rotta e le lacrime agli occhi come successo quando ha detto basta col calcio giocato. Lì ha ricevuto l’abbraccio di 80mila cuori giallorossi arrivati all’Olimpico solo per lui. Nella conferenza di oggi avrà solo qualche flash a stemperare l’emozione.

L’addio di Totti alla Roma arriva forse nel momento peggiore possibile: il 17 giugno 2001 infatti la Roma si laureava campione d’Italia per la terza volta nella sua storia. Scherzo del destino oggi perderà uno dei più grandi protagonisti di quell’impresa. A rendere ancora più complicata la separazione ci penseranno i freschi ricordi dell’addio di De Rossi, che ha detto addio tra le polemiche. L’ultima bandiera giallorossa sta per essere ammainata, questa volta per sempre. O almeno finché non ci sarà quella a stelle e strisce a campeggiare su Trigoria.

Totti, i motivi dell’addio

Aggiornamento 15:00

All’interno della sala Coni gremita, Francesco Totti ha spiegato i motivi dell’addio: “E’ arrivato questo fatidico giorno che per me è molto brutto e pesante. Viste le condizioni credo sia giusto. Adesso non devono esserci fazioni pro Totti, pro Pallotta o pro Baldini, ma deve esserci solo la Roma. Negli anni i presidenti passano, gli allenatori passano ma le bandiere no. Diciamo che non è stata colpa mia se ho preso questa decisione. Se ho mai pensato chi me l’ha fatto fare? No, ho messo la Roma davanti a tutto, è la mia casa. Prendere questa scelta è stato difficilissimo, ho sempre cercato di far fare bella figura alla Roma.

Non è stata colpa mia perché non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Non ci siamo mai trovati, sapevano le mie intenzioni e la mia voglia. Ma loro non hanno mai voluto, mi tenevano fuori da tutto.

Cosa mi sento di dire alla gente? Al popolo di Roma devo dire solo grazie, per come mi hanno trattato. C’è stato sempre un reciproco rispetto. Posso solo dire di continuare a tifare la Roma, che è la squadra più importante del mondo. I tifosi della Roma sono diversi dagli altri, hanno un amore che non potrà mai finire. È un arrivederci, non un addio. Da Francesco posso dire che è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma. Ora è il momento di fare altre scelte, quando un’altra proprietà punterà su di me io sono pronto a tornare.

Bisogna essere trasparenti con i tifosi. Quando ho detto in un’intervista di un anno fa che la Roma sarebbe arrivata quinta mi hanno detto che sono un incompetente e che tolgo sogni a giocatori e tifosi. Io sono sempre abituato a dire la verità, per questo non posso stare dentro quella società.

Quando la società è così distante il giocatore trova sempre un alibi, trova sempre una scusa. L’ho ripetuto più volte, il presidente deve stare sul posto. Perché quando c’è il capo tutti sono sugli attenti, quando non c’è ognuno fa come gli pare. Se mi sento di aver fatto tutto? Se ho preso questa decisione è perché non ho fatto nulla, non me lo hanno permesso. Soprattutto nell’area tecnica. Non mi sento un fenomeno, ma credo di poter dare un giudizio su un giocatore più di molti che sono a Trigoria.

Ho girato spesso vari continenti, ci sono tante persone che vorrebbero fare degli investimenti. La Roma è amata e stimata da molti parti del mondo, in tanti la vorrebbero prendere.

In due anni avrò fatto 10 riunioni, mi hanno chiamato sempre all’ultimo. Come se mi volessero accantonare del tutto. Poi subentra il rispetto verso la persona più che verso il dirigente. Cosa serve per portarmi di nuovo alla guida della Roma? In primo luogo c’è bisogno in una nuova proprietà che creda in me.

Oggi potevo anche morire, era meglio. Altro che quando ho smesso di giocare. Molti dirigenti mi hanno detto che ero molto ingombrante.

Io ho chiesto di fare il direttore tecnico perché penso di avere le competenze per farlo. Ho chiesto di decidere come facevano gli altri. Non sono andato a Londra perché mi hanno avvertito due giorni quando ormai avevano deciso tutto, che andavo a fare? E ci tengo a precisare una cosa: l’unico allenatore che ho contattato è Conte, nessun altro. Ci tenevo a precisarlo perché non voglio passare per scemo.

Se andasse via Baldini potrei tornare? No, ormai il danno è fatto. L’unico che sono riuscito a convincere insieme all’aiuto di Fienga è stato Ranieri, un grande uomo. Non ha chiesto della squadra, non ha chiesto di soldi. Niente. Mi ha detto solo: domani sono a Trigoria.

Quando dall’altra parte hai una persona che ti mette il bastone tra le ruote sempre. Se mi avessero interpellato sulla scelta del nuovo allenatore sarei rimasto, perché mi avrebbero dimostrato fiducia, cosa che non è mai stata fatta. Quando ho contattato Conte con Fienga Pallotta non lo sapeva. Ho detto a Fienga che Conte era l’unico che poteva cambiare la Roma. Abbiamo avuto diversi contatti, poi ha cambiato idea all’ultimo.

Alla dirigenza ho detto: se pensate che questa di De Rossi possa essere la sua ultima stagione diteglielo subito, perché è il capitano della Roma, merita rispetto. Le cose vanno fatte subite, non fa fatto passare del tempo.

Fonseca deve trovare un ambiente sereno e tranquillo. Deve mettersi a disposizione della società, è un allenatore che ha fatto bene. Perché Conte dice no alla Roma? Perché sarebbe dovuto venire a fare una rivoluzione, lui invece avrebbe voluto continuare un progetto. Io allo stadio? Perché no, sono tifoso. Sai che faccio? Prendo Daniele De Rossi e insieme andiamo in Curva Sud.

Non ho detto che avrei cambiato la Roma, ma sicuramente avrei dato un grosso contributo. Da tifoso avrei voluto vedere la Roma competere ad alti livelli come succedeva anni fa. Se fossi presidente della Roma e avessi due bandiere come Totti e De Rossi gli darei in mano tutto. Per quello che hanno dato e per quello che rappresentano. Pallotta si è contornato di persone sbagliate. A Trigoria ci sono persone che fanno il male della Roma, e Pallotta si fida di queste persone.

A Trigoria ognuno fa il bene di se stesso. Mauro Baldissoni? Non so dove ma ha cercato di direzionarmi.

L’articolo di Repubblica e l’email? Mi fido al cento per cento di De Rossi, non ha detto a quelle cose. Pallotta nelle ultime settimane ha sempre tentato di trattenermi. In due anni non ho mai sentito nessuno.

Per questa società sono stato un peso, me lo hanno detto sia da giocatore che da dirigente. Ci sono state alcune offerte da squadre italiane, una stamattina. Prendo in considerazione tutto, ora sono libero. Un motivo per cui mi sento di dire grazie a Pallotta? Per avermi fatto rimanere a Roma come dirigente.