(Adnkronos) – Sulla questione delle concessioni balneari “non è che occorra rivedere molte norme. La soluzione che la Commissione indica da tempo è abbastanza semplice: riassegnare tramite gare le concessioni esistenti, facendolo in maniera da tenere conto degli investimenti fatti finora”. Lo dice il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa a Bruxelles. Le gare, pur tenendo degli investimenti pregressi, devono essere fatte “senza favorire soggetti rispetto ad altri, o un modello di gestione rispetto ad un altro. Un conto è tenere conto degli investimenti e delle ricadute sociali, un altro conto è favorire questo o quel soggetto rispetto alla concorrenza”, conclude Gentiloni, ribadendo la linea che la Commissione tiene da tempo su questa materia.
Il sistema delle concessioni balneari italiane è da tempo nel mirino delle autorità Ue: nel 2016, al termine di una prima procedura di infrazione, la Corte di Giustizia dell’Ue ha condannato l’Italia per il mancato rispetto delle norme Ue sul mercato unico e la concorrenza. Il 3 dicembre 2020 la Commissione ha poi avviato un’altra procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia: gli Stati membri, ricordava l’esecutivo Ue, hanno “l’obbligo” di assicurare che le concessioni limitate numericamente a causa del carattere finito delle risorse naturali, come appunto gli arenili, siano date per “un periodo limitato” e sulla base di una “procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri trasparenti, non discriminatori e oggettivi”.
IRA SALVINI: “INDEGNA INVASIONE DI CAMPO ANTI ITALIANA” – “Indegna invasione di campo anti-italiana da parte di un commissario europeo nominato dall’Italia. Letta che dice? Il PD che dice ai 30.000 imprenditori e ai 300.000 lavoratori che rischiano di perdere lavoro e anni di sacrifici? La Lega, i suoi ministri e i suoi parlamentari stanno lavorando per una soluzione che, nel rispetto delle regole, non permetta la svendita delle spiagge italiane”., così il leader della Lega Matteo Salvini dopo le parole di Paolo Gentiloni.