CON LA CHIUSURA DEL PROCESSO OGGI L’ARGENTINA HA ’VENDICATO’ I 30MILA DESAPARECIDOS

    Con i suoi 30mila morti negli anni compresi tra il 1976 ed il 1983, è ormai parte integrante della storia argentina: l’abominevole vicenda dei ’dasaparacidos’ ha infatti sconvolto il mondo intero, esportando l’orrore commesso da militari e civili nei confronti di gente comune – per lo più studenti – ’colpevoli’ di opporsi al regime totalitario di quegli anni. Riguardo questa tristissima tragedia, negli anni la cultura ne ha celebrato la gravità attraverso libri, mostre e persino film, Celebre quel durissimo ’Garage Olimpia’, che ripercorre le torture perpretrare agli all’inmterno della scuola meccanica della Marina, l’Esma, divenuto il del regime dove, si stima, furono uccisi almeno 5mila oppositori.Oggi finalmente, con le condanne emesse nei confronti di 48 dei 54 ex militari e civili accusati di crimini contro l’umanità, si è finalmente concluso un processo lunghissimo. In realtà quello di oggi era il terzo processo condotto in Argentina da quando, nel 2005, sono state finalmente abolite quelle assurde leggi che impedivano il perseguimento dei crimini commessi durante la dittatura. C’è da sottolineare che, nei 789 capi di imputazione contestati agli imputati (originariamente 68, ma nel corso degli anni del processo 14 sono morti), otto si riferiscono ai cosiddetti “voli della morte” quando, dopo averli narcotizzati, i militari gettavano dagli aerei in volo sull’Oceano i desaparecidos – comunque vivi – per farne scomparire i corpi. Le condanna all’ergastolo per il rapimento, le torture e le uccisioni dei desaparecidos sono state 29. Altri 19 imputati sono stati condannati a sentenza tra gli 8 ed i 25 anni di carcere, 6 sono stati assolti. Ricordimao che tra i condannati, gli ex capitani di Marina Alfredo Astiz (ribattezzato ’l’angelo della morte’), Ricardo Cavallo e Jorge ’Tigre’ Acosta. Già nel 2011, altre 16 ex militari erano stati condannati all’ergastolo, tra i quali gli stessi Astiz ed Acosta che oggi hanno ricevuto la stessa condanna ma per altri capi di imputazione. Nonostante le evidenze, prendendo la parola ’l’angelo dellamorte’ è riuscito addirittura ad affermare che “non chiederà mai il perdono” ed ha definito “le organizzazioni per i diritti umani gruppi di vendetta e persecuzione”.
    M.