Ormai questo 14 settembre sta diventando l’incubo della maggior parte delle famiglie italiane. Un ritorno a scuola che, per quanto Azzolina & C. tentino di rassicurare in proposto, alla luce di questa preoccupante recrudescenza di nuovi contagi, tutti temono. Oltretutto, con le elezioni nelle scuole appena una settimana dopo l’apertura, ed i tempi di sanificazione che anticipano e chiudono le votazioni, tanto valeva fissare il ritorno per il 24 settembre, dando anche modo alla situazione generale di stabilizzarsi.
Pregliasco: “Un rialzo di nuovi contagi è prevedibile”
Stamane poi a gettare benzina sui nostri peggiori incubi ci ha pensato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano il quale, intervento ad ‘Agorà’ – su Raitre – ha ‘giustamente’ afferma la realtà dei fatti: in vista del ritorno nelle aule, “sicuramente ci sarà un rialzo del numero di casi di positività al nuovo coronavirus, anche perché la ripresa dell’anno scolastico coincide con l’autunno e, dunque, ha aggiunto, “con il ritorno degli altri virus respiratori e dell’epidemia di influenza”.
Pregliasco: “L’influenza normale nasconderà i contagi”
Tuttavia il noto virologo interno al Cts (il Comitato Tecnico Scientifico), ha in parte rassicurato sull’arrivo di un’eventuale seconda ondata di coronavirus, definendola ora come ora “un aspetto teorico, l’influenza ci sarà, potrebbe nascondere le infezioni da Sars-CoV-2 – ha spiegato – e ne faciliterà l’aumento. Così come le temperature”, tenendo conto del fatto che notoriamente “gli sbalzi termici favoriscono tutti i virus respiratori e anche il coronavirus“.
Pregliasco: “I bimbi hanno meno capacità di trasmissione”
Sempre parlando dell’incidenza della virulenza con la riaperture scolastiche, Pregliasco in parte rassicura ricordando che “sicuramente i bimbi più piccoli hanno una minore capacità di trasmissione della Covid-19, e questo ci fa ben sperare rispetto all’effetto complessivo dell’apertura”. Tuttavia il virologo ha tenuto a rimarcare quella scolastica “una ripartenza “doverosa, giusta e necessaria, ma anche una sfida, uno stress test per tutto il sistema”. Basti infatti pensare che il ritorno alle attività didattiche ‘in presenza’ mette in moto qualcosa come “8 milioni di bambini e di ragazzi e 2 milioni di operatori, ma più in generale prosegue Pregliasco – riguarda metà della popolazione italiana coinvolta in qualche modo come persona a contatto con i giovani“.
Pregliasco: “Il virus sta cercando di riconquistare terreno”
Dunque Pregliasco in parte esclude una seconda ondata ma, di fatto, non può non ammettere che assisteremo sicuramente ad un’impennata di nuovi contagi. “In questa fase”, ha affermato il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, “abbiamo una situazione di andamento endemico di Covid-19, e ci sarà un’ondulazione a mio avviso verso l’alto. La tendenza, seppur con numeri assoluti bassi, è ormai costante da settimane e – ha aggiunto – complici gli sbagli termici, la riapertura delle attività e la distanza dalla fine del lockdown – che ha ‘chiuso’ il Paese – dobbiamo aspettarci la ripresa di un iceberg. Noi all’inizio, quando tutto di un botto questa malattia si è evidenziata in modo epidemico, abbiamo visto solo la parte più brutale della malattia. Ora questo iceberg, che comprende i casi più importanti di infezione, e la gran quota di casi asintomatici o con poca sintomatologia, sta ricrescendo, perché la tendenza del virus è quella di riprendere il più possibile terreno e persone da colpire”.
Pregliasco: “La seconda ondata? E’ un rischio, va evitata”
Insomma, riassumendo, la temutissima seconda ondata è da considerarsi come “un rischio, un elemento verso cui attrezzarci essendo molto attenti e pronti al massimo dell’assistenza”. Quindi “la scommessa” è riuscire ad evitarla, “una sfida legata alla capacità dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl – spiega – di continuare a individuare e ad isolare i focolai che ci sono stati e susseguiranno“.
Infine, conclude Pregliasco, “da parte nostra, come cittadini, abbiamo il dovere di non fare uno sgambetto a chi sta lavorando e ansimando per contenere i casi, anche grazie a test che speriamo ora siano sempre più disponibili”.
Max