CON I BERSANIANI E ROSSI FUORI, LA TRIADE CUPERLO, ORLANDO E DAMIANO AL LAVORO PER UNA NUOVA AREA NEL PD, L’ATTENZIONE È ORA CONCENTRATA SU EMILIANO, ANCORA ‘INDECISO’

Sono ore concitate quella che scandiscono i ‘conciliaboli’ degli scissionisti all’interno del Pd, dove la rottura sembra avvicinarsi di ora in ora. Mentre i bersaniani e il governatore della Toscana hanno ormai imboccato una strada senza ritorno, l’attesa è ora concentrata su cosa farà il governatore della Puglia Michele Emiliano: se deciderà di seguire la minoranza edEnrico Rossi. Del resto, il silenzio dei renziani rispetto alle richieste formulate da Emiliano (conferenza programmatica e tempi più rallentati del congresso), non promette nulla di buono (tanto è che domani il segretario uscente potrebbe disertare la direzione), e nella maggioranza Pd ‘qualcuno’ ha tenuto ha sottolineare che “Quello che Renzi aveva da dire, lo ha detto ieri all’assemblea.Se Emiliano vuole partecipare al congresso, bene. Altrimenti farà le sue scelte…Non è che noi possiamo fermarci per Emiliano”. Certo non sono giorni facili per il partito, e da ogni parte continuano a giungere segnali di incoraggiamento volti al raggiungimento di un’unità d’intenti, anche se almeno per i bersaniani, il capitolo sembrerebbe essersi definitivamente chiuso. Dalle pagine di Facebook Enrico Letta ha scritto: “Non può e non deve finire così”. Tra le poche certezze che delineano i possibili contorni delle varie correnti in formazione, Bersani a parte, la triade composta da Gianni Cuperlo, Andrea Orlando e Cesare Damiano, sarebbe già al lavoro per dar vita a una nuova area nel Pd. E’ stato lo stesso Damiano (indicato dai renziani come possibile competitor dell’ex-premier al congresso) ad annunciare che “Sono in corso contatti per verificare la possibilità di creare una nuova area alternativa a Renzi e che possa esprimere una eventuale candidatura alla segreteria del Pd”. Del resto, la maggioranza Pd ha seguito un ragionamento logico: “Orlando è ministro ed è molto difficile che si candidi, e se deciderà di correre, lo farà solo se Emiliano sarà fuori dai giochi”. Ragionamenti, strategie e conti che investono ogni ‘compartimento’, non ultimo, quello relativo a quanti potrebbero divenire i fuoriusciti in Parlamento: “Tra i 20 e i 30 alla Camera, circa 12-13 al Senato” anzi, ragionano dalla maggioranza, qualcosa in più se anche Emiliano seguirà i bersaniani: Francesco Boccia e Dario Ginefra, sono due parlamentari vicini al presidente della Puglia. Mentre al Senato potrebbero aggiungersi la bindiana Nerina Dirindindin, Walter Tocci e forse l’ex Corradino Mineo. Numeri che potrebbero allargarsi però alla Camera con l’apporto dei parlamentari di Arturo Scotto. Ma non a palazzo Madama dove la compagine di Sinistra Italiana è schierata tutta con Nicola Fratoianni. Una complicata partita a scacchi dove non è previsto il pareggio.

M.