Un appuntamento ormai consolidato quello della E-news settimanale di Matteo Renzi rispetto agli eventi politici della scena nazionale vissuti dall’interno.
Dunque, come in una sorta di ‘romanzo a puntate’, l’ormai dichiarato ‘contestatore’ riprende il discorso esattamente da dove lo aveva lasciato sette giorni fa. “Breve riassunto delle puntate precedenti”, esordisce infatti il leader di Italia Viva, “L’Europa stanzia i soldi per il Next Generation EU e noi chiediamo subito che il Parlamento dedichi una sessione a questi fondi. È il 22 luglio 2020. Per mesi silenzio di tomba. Poi, una notte di dicembre, spunta uno strano emendamento a Palazzo Chigi: esautorati i ministri, spazio a una task force di 6 manager e 300 consulenti. E spunta anche un piano che, fino a quel momento, nessuno aveva visto. La reazione di Italia Viva sta in questa lettera inviata a Conte il 16 dicembre”.
Renzi: “Siamo l’unico partito che sta facendo politica sui contenuti”
Dunque, prosegue Renzi, ”Basta leggerla per capire che facciamo sul serio. Ci stiamo giocando l’osso del collo, come ho detto in conferenza stampa ieri in Senato qui: non è tempo di meline. Per questo, abbiamo proposto di investire i soldi del Recovery Plan non su progetti evanescenti e raffazzonati ma sulle parole chiave dell’Italia del 2030”. Ed ancora: “Italia Viva sta in maggioranza per cambiare le cose, non per occupare dei posti. Siamo l’unico partito che sta facendo politica sui contenuti. E non a caso quando devono rispondere dicono: ‘Eh, ma loro sono antipatici’’’.
Renzi: “Con 237 medici morti, prendere i soldi del Mes è un dovere morale”
Quindi, a proposito del progetto Recovery ‘immaginato’ da Italia Viva, il suo fondatore propende per un progetto dove, in primis, a dettarne il senso è “la cultura, innanzitutto. Che significa identità, teatri, musica, musei. Ma anche scuola, università, ricerca. E ovviamente salute e benessere”. Poi, rimarca ancora Renzi, “prendere i soldi del Mes è un dovere morale, in un Paese in cui abbiamo 237 medici morti di Covid”. Ecco, sottolinea quindi l’ex premier, ”Il piano del governo comincia con delle paginette giustizialiste sulla giustizia: noi cominciamo con la cultura. Della serie: scopri le differenze. E poi le infrastrutture, fisiche, digitali, organizzative. L’ambiente. E le opportunità che questo Paese può e deve dare alla nuova generazione, che carichiamo di debiti ma alla quale – conclude – dobbiamo dare innanzitutto una speranza”.
Max